Michetti chiede scusa alla comunità ebraica: nel mio articolo imperdonabili leggerezze…
Il candidato sindaco del centrodestra Enrico Michetti in una nota chiede scusa per l’articolo nel quale usa espressioni assolutamente infelici nei confronti degli Ebrei. Nell’articolo di due anni fa Michetti sosteneva che oggi si dà più importanza alla memoria della Shoah che a quelle dei martiri delle Foibe perché questi ultimi non hanno alle spalle una lobby potente.
Michetti: ho ferito i vostri sentimenti, mi scuso sinceramente
“Nonostante abbia con fermezza condannato ogni forma di discriminazione razziale, anche in tempi non sospetti, ed in primis quella rappresentata dalla Shoah, mi rendo conto che in quell’articolo ho utilizzato con imperdonabile leggerezza dei termini che alimentano ancora oggi storici pregiudizi e ignobili luoghi comuni nei confronti del popolo ebraico. Per questo mi scuso sinceramente per aver ferito i sentimenti della Comunità Ebraica, che come tutti gli italiani apprezzo e ritengo parte perfettamente ed orgogliosamente integrata della città di Roma da sempre e nel Paese tutto”.
Cosa aveva scritto due anni fa
Questo il passaggio dell’articolo che ha fatto gridare la sinistra allo scandalo e per il quale oggi Michetti ha chiesto scusa. “Ogni anno si girano e si finanziano 40 film sulla Shoah, viaggi della memoria, iniziative culturali di ogni genere nel ricordo di quell’orrenda persecuzione … e sin qui nulla quaestio, ci mancherebbe. Massimo rispetto per chi è stato trucidato da barbari assassini senza scrupoli per la sola “colpa” di appartenere ad una etnia o ad una confessione religiosa, ma mi chiedo perché la stessa pietà e la stessa considerazione non viene rivolta ai morti ammazzati nelle foibe, nei campi profughi, negli eccidi di massa che ancora insanguinano il pianeta? Perché in questi casi c’è una tendenza a dimenticare? Perché il buonista prova un senso di fastidio, quasi di insofferenza al ricordo di morti ammazzati magari soltanto perché ITALIANI ?”
“Forse perché – continuava l’articolo – non possedevano banche, forse perché non appartenevano a lobby capaci di decidere i destini del pianeta, forse perché si doveva nascondere qualche scomoda compromissione, forse perché era gente semplice, forse perché italiani troppo soli ritenuti dalla Patria marginali e quindi sacrificabili (una sorta di scalpo da consegnare al vincitore), forse perché totalmente indifesi … donne e bambini buttati nei dirupi carsici, legati tra loro, a morire per i traumi o lasciati agonizzanti fino a quando la risalita delle acque nelle fosse non li avesse annegati. Le leggi razziali, l’olocausto, come del resto la tratta degli schiavi, ed ogni altra forma di abominio contro gli esseri umani segna il punto più basso della storia dell’uomo. Ma fare ciniche ed opportunistiche distinzioni è altrettanto ignobile e vergognoso”.