Milano, perquisita la casa di Jonghi Lavarini. Sallusti: l’inchiesta di Fanpage è giornalismo vigliacco
Perquisizione della Guardia di finanza di Milano a casa di Roberto Jonghi Lavarini, il cosiddetto ‘Barone Nero’ che appare nell’inchiesta di Fanpage sui legami della destra e i presunti finanziamenti in nero per la campagna elettorale di Milano.
Un’inchiesta confezionata per colpire FdI a due giorni dal voto
Un’inchiesta che è stata lanciata come un siluro contro Fratelli d’Italia a due giorno dal voto per le amministrative. A Milano una delle esponenti di FdI tirate in ballo nell’inchiesta sulla “lobby nera”, Chiara Valcepina, è stata eletta al coniglio comunale con 903 voti di preferenza. “E’ andata molto bene – ha detto – e ne sono ovviamente felice”. Si dice sereno e a disposizione della Procura l’europarlamentare Carlo Fidanza: “Ho appreso poco fa dagli organi di stampa di essere stato iscritto sul registro degli indagati a seguito dell’inchiesta di Fanpage. Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Sono sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda”.
Sallusti: Fanpage scodella pagine di giornalismo vigliacco
La scelta di Fanpage di montare un filmato in cui si mettono sotto accusa gli esponenti milanesi di Fratelli d’Italia – mentre Jonghi Lavarini non fa parte di FdI – è stata duramente criticata da Alessandro Sallusti. “Quando – ha spiegato il direttore di Libero – un sito di informazione come Fanpage scodella pagine di giornalismo vigliacco, quello delle registrazioni a tradimento, contro esponenti della Lega o di Fratelli d’Italia, non esulto per il trionfo del giornalismo, prendo atto che un collega è arrivato sull’obiettivo che si era dato, che non è una verità assoluta ma lo sputtanamento di chi la pensa diversamente da lui e che lo faccia per soldi o per missione ideale poco cambia. Costruire una notizia provocandola o isolando dal contesto episodi in sé marginali non è giornalismo, è fare l’agente sabotatore al servizio di qualcuno”.
Cancellato: non volevamo influire sulle amministrative…
“L’inchiesta – si giustifica Francesco Cancellato, direttore di Fanpage – non è partita con lo scopo di influire sulle amministrative di Milano. Nella nostra inchiesta – spiega Cancellato – abbiamo parlato del legame fra destra istituzionale e quella con simpatie neofasciste. Alcuni candidati sono entrati in questo racconto, ma poi la gente vota. Noi facciamo un lavoro da giornalisti e gli elettori fanno il loro, andando alle urne”.
Gabanelli: istigare a compiere reati è disdicevole ma i giornalisti sono cani da guardia
Anche Milena Gabanelli ha detto la sua sull’inchiesta, intervistata da Dagospia: “Istigare a compiere reati è disdicevole. Ma non mi sembra questo il caso, come in tanti altri, per esempio: se si vuole sapere se un poliziotto spaccia, si prova a fare il tossico che vuole acquistare droga”.
Quanto alla richiesta di Giorgia Meloni di disporre delle cento ore di girato da parte di Fanpage, la giornalista risponde: “Non sono un avvocato, ma Meloni credo che non abbia titolo per fare questa richiesta; l’ha invece il diretto interessato, ma per visionare il girato dovrà disporlo un magistrato dopo che è stata sporta denuncia”.
Per Gabanelli, in ogni caso, “se quel materiale era disponibile già da tempo, attendere di pubblicarlo a ridosso delle elezioni si presta ad accuse. Dopodiché, lasciano il tempo che trovano, poiché quel che conta sono i fatti. E da cittadina preferisco conoscerli prima di votare e non dopo. I giornalisti si chiamano cani da guardia anche per questo”.