Mughini: quelli che hanno assaltato la Cgil? Ma quali fascisti, sono solo “sconce macchiette”
Quelli che hanno assaltato la sede della Cgil a Roma non sono fascisti, ma “sconce macchiette“. La pensa così Giampiero Mughini che scrive della vicenda oggi sul Foglio.
Anche lui, dunque, qualche dubbio sulla “matrice” di quell’atto squadristico ce l’ha e lo esprime. “A sentire che vengono rapportati al “fascismo” storico, Benito Mussolini, Dino Grandi e Giuseppe Bottai si staranno rivoltando nella tomba – scrive Mughini – il fascismo fu una cosa atrocemente seria, in un tempo in cui l’Europa tutta usciva da anni in cui i ventenni armati di baionette erano andati le mille volte all’assalto di postazioni difese dalle mitragliatrici e in cui la democrazia pluripartitica non ce la faceva più a fronteggiare questo subbuglio delle anime e delle idee. Laddove gli eventi romani di sabato scorso sono gravi sì, ma non altrettanto seri”.
Insomma, c’era furia iconoclasta nella frangia violenta della piazza No vax ma niente del fascismo storico. Queste vicende, questo ribellismo metropolitano dimostrano però come le “società industrializzate del terzo millennio covino nel loro seno delle minoranze disposte a tutto in fatto di rabbia diffusa, di ribellismo a poco prezzo e a tanto chiasso”. Mughini, come già aveva fatto Francesco Storace contestando la matrice fascista delle violenze dei No vax, paragona il fenomeno a quello dei gilet gialli in Francia, coccolati anche dal M5S e dal nostro attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Tuttavia, aggiunge Mughini – “il fatto che sia stata violata l’esistenza materiale e simbolica di quella che è stata la sede storicamente più importante della Cgil è un fatto cui uno della mia generazione non può assistere senza una fitta al cuore. E per quanto il mondo sia cambiato, a quella sede restano associati i nomi di figure gigantesche della nostra vita pubblica, Giuseppe Di Vittorio, Luciano Lama, Vittorio Foa, Bruno Trentin”.