Pensioni, si fa rovente il clima tra governo e sindacati. La Meloni: «Abolire quelle d’oro»

26 Ott 2021 20:53 - di Redazione
Meloni

Comincia ad arroventarsi il clima politico e sindacale intorno alle pensioni. Sull’argomento è intervenuta anche Giorgia Meloni. La leader di FdI ha indicato tre obiettivi: «Abolire le pensioni d’oro, modificare le storture a scapito dei più deboli e dare risposte ai giovani lavoratori». Da sempre sono queste, ha aggiunto, «le priorità di Fratelli d’Italia». La leader della destra ha annunciato una dura opposizione parlamentare a quelle che ha bollato come «scelte ideologiche» poiché «contrarie al buon senso, all’equità generazionale e alla giustizia sociale». Sono quelle, ha precisato la leader di FdI, messe in campo da «governo Draghi, Pd e sinistra».

La Meloni: «Follia togliere 287 euro agli invalidi»

Tutti e tre, ha incalzato, «lavorano al contrario per rendere più difficile andare in pensione a chi ha lavorato una vita e se ne infischiano di chi una pensione forse non la vedrà mai». La Meloni ha quindi puntato l’indice contro la «follia di togliere l’assegno mensile di 287 euro agli invalidi parziali che svolgono piccoli lavori e ridurli così in miseria». Nei settori della maggioranza è la Lega a cercare un profilo collaborativo senza appiattarsi sulle scelte del governo. Salvini e il Carroccio, informa, una nota d’agenzia, lavorano al “salva-pensioni“. I leghisti chiamano così l’ipotesi conosciuta come “quota 41“, ovvero la possibilità di lasciare l’impiego dopo 41 anni di contributi.

Landini a Draghi: «Occorre riforma strutturale»

Una soluzione tecnica, ma anche politica dal momento che coincide con quella dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil (ma anche la stessa Meloni) sono infatti contrari alle ipotesi “quota 102” e “quota 104” fatte trapelare da Palazzo Chigi. Il nodo è il ritorno alla riforma Fornero: sindacato, Salvini e Meloni sono fermamente contrari mentre Draghi non fa mistero di volerla riportare in vita con le due quote. In mezzo c’è il Pd che con il ministro Orlando tenta di dirottare il dibattito su «donne» e «lavori usuranti». Ma ai i sindacati, che oggi hanno incontrato Draghi, non basta. A nome di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini ha detto che l’obiettivo è superare «limiti» e «quote» in nome di una «riforma complessiva e strutturale del welfare e della previdenza».

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