Rampelli: “Non serve più Europa ma un’Europa migliore”. E Draghi gli dà ragione sull’immigrazione (video)
“Non ci vuole più Europa ma un’Europa migliore”. Così Fabio Rapelli in Aula durante il dibattito sulle comunicazioni di Draghi in vista del prossimo Consiglio europeo. “La democrazia usa la persuasione per convincere i cittadini a vaccinarsi. Invece nel corso di questi ultimi mesi si è instillato il dubbio in ciascun cittadino. Tanto da costringerlo a un obbligo surrettizio”, ha detto ancora il vicepresidente della Camera. Che ha scelto di concludere il suo intervento citando una frase di Charles Bukowsky, “Nati così, in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo“.
Rampelli: non serve più Europa ma un’Europa migliore
L’Europa sarà migliore – incalza l’esponente di Fratelli d’Italia – se saprà essere solidale. Se sarà capace di stroncare le gambe ai trafficanti di uomini. Estirpare la malapianta dello schiavismo. Impedendo le morti nel deserto, sulle navi. O di diventare manovalanza per la malavita organizzata. Questa non è solidarietà ma razzismo che ha un altro effetto collaterale. Svuotare l’Africa delle sue energie migliori. Lasciandovi donne, bambini, disabili e ultrapoveri”.
L’Europa sarà migliore se presiederà la sua struttura sociale
E ancora guardando alla prossime sfide sul terreno del lavoro. “L’Europa sarebbe migliore se fosse in grado di garantire la digitalizzazione a costo sociale zero. Finanziando il lavoro. Che sarà espulso a causa della sostituzione della macchina all’uomo. Sarà migliore se presidierà la sua struttura sociale. Altro valore irrinunciabile, garantendo istruzione, lavoro, tempo libero, acquisti in presenza e combattendo l’alienazione della solitudine”. “Se tutto questo non avverrà – ha concluso – ci troveremo appunto come diceva Charles Bukowski ‘nati così, in un posto dove le masse trasformano i cretini in eroi di successo’”.
Immigrazione, Draghi dà ragione a FdI: l’integrazione vera non è questa
In sede di replica il premier parlando di immigrazione e accoglienza ha sposato la tesi del vicepresidente della Camera. “Ha ragione Rampelli”, ha scandito il premier raggelando i banchi del Pd. “Perché l’accoglienza è vera se porta all’integrazione. E l’integrazione è vera solo se porta al lavoro. Altrimenti è sopravvivenza assistita. Che è un guaio per loro e un disonore per noi. E non porta a nulla se non, come ha detto Rampelli, alla negazione dell’esistenza”. La risposta del governo – conclude – deve quindi essere un’azione equilibrata. Efficace e umana. Efficace nel proteggere i confini nazionali dall’immigrazione illegale e dai traffici di persone. Efficace anche efficace nell’accoglienza“.