Rogo del ponte di ferro a Roma: escluso il dolo. Si segue la pista del fuoco acceso da un clochard (video)
Resterà chiuso per almeno un anno, il ponte dell’Industria, che i romani chiamano da sempre “ponte di ferro”. Il rogo che nella notte tra sabato e domenica ha devastato il ponte che aveva resistito per 150 anni, è andato giù probabilmente per un fuoco acceso da uno dei tanti barboni accampati sotto la struttura.
Una vera e propria città che popola la zona e la boscaglia incolta della zona circostante. Un rogo causato dal degrado e dall’incuria dei luoghi. O un cortocircuito dei cavi elettrici oppure un fornello dei barboni.
Rogo del ponte di ferro: altro che complotto, è incuria Capitale
Sono queste le piste seguite dagli inquirenti che hanno escluso categoricamente il dolo. L’idea del complotto anti-Raggi solletica in queste ore i militanti grillini. Diversi esponenti M5s, a cominciare dal vicesindaco Calabrese, cavalcano la narrazione della complotto criminale. Nel 2013 ci fu un precedente: le fiamme si sprigionarono da alcune baracche e interessarono i cavi dell’alta tensione. Un precedente che non è servito a niente.
Come documentano invece le inchieste di diversi quotidiani romani, basta recarsi sul posto per avere idea dello stato di disfacimento della zona. Come riporta Repubblica, «il simbolo dei romani si è piegato sotto la furia di un incendio che molto probabilmente è iniziato da un piccolo insediamento di senzatetto. È la pista privilegiata dai vigili del fuoco sulla base di una testimonianza».
Una incuria Capitale certificata, prosegue il quotidiano dai «novemila senza tetto (la stima è della Croce Rossa e della Comunità di Sant’ Egidio) che abitano nelle strade della Capitale, piccoli nuclei familiari, gruppetti di 3-4 clochard, persone sole che aumentano d’estate quando lungo il Tevere fa più fresco e diventano centinaia, invisibili agli occhi della città, all’assistenza, ai controlli. La polizia sgombera, bonifica l’area, loro ritornano, gli stessi o altri. Come sotto al ponte di ferro, teatro 4 o 5 mesi fa di un’operazione di “decoro».
Meloni: “Simbolo di una nazione allo sbando e di una città nel degrado”
Ne ha scritto ieri Giorgia Meloni in un post sui Social. «A Roma il Ponte dell’Industria, per i romani ‘il ponte di Ferro’ dell’Ostiense, è stato devastato da un incendio e alcune parti esterne sono crollate. Immagini che colpiscono. Sarà la magistratura a fare piena chiarezza, ma sembrerebbe che l’incendio, che ha poi coinvolto una condotta di gas, sia scoppiato in un accampamento abusivo, stile baraccopoli, sulle sponde del Tevere, proprio sotto il ponte». Così su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, che a pochi chilometri dal ponte di ferro è nata a cresciuta.
“Una Nazione allo sbando dove regna l’illegalità grazie al ministro dell’Interno Lamorgese. Una città nel pieno degrado grazie alla giunta Raggi. Il risultato è la Capitale d’Italia che crolla. In tutti i sensi”.