Scontro Ue-Polonia. Anche Sassoli, nel suo piccolo, s’incazza: «Basta soldi a Varsavia»
Il «fermissimo sostegno» dell’Italia alla Ue nel braccio di ferro contro la Polonia annunciato oggi da Draghi ha trovato rapida esecuzione a Strasburgo. È di poco fa, infatti, la notizia della richiesta inoltrata dal presidente dell’Europarlamento David Sassoli al servizio giuridico affinché intenti una causa contro la Commissione Europea per la mancata applicazione del regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto. Occhio al trucco. È vero che Sassoli, sostenuto dalla maggioranza dei capigruppo, chiama in causa il “governo” Ue guidato dalla tedesca Ursula von der Leyen, ma è solo procedura. Politicamente, il suo vero bersaglio è la Polonia.
Bruxelles vuole “assediare” finanziariamente la Polonia
L’azione da lui messa in campo, infatti, si prefigge l’obiettivo di assediare economicamente il governo di Varsavia, sospendendo i pagamenti provenienti dal bilancio comunitario agli Stati membri in cui lo stato di diritto è minacciato. In realtà, non è questo che accade in Polonia. Più semplicemente, la Corte costituzionale di quel Paese ha sancito la primazia del diritto nazionale su quello europeo in materia di organizzazione degli uffici giudiziari. Di recente, su altra materia, lo ha fatto anche quella tedesca, ma nessuno a Bruxelles ha avuto da ridire. Torniamo alla Polonia: a dare fuoco alle polveri, l’istituzione di una sezione disciplinare per magistrati. Una decisione che ha innescato un rimpallo di decisioni tra Corte di giustizia Ue e governo polacco concluso nel modo già descritto dalla Consulta di Varsavia.
Domani il caso polacco al Consiglio Europeo
La svolta sembrava esserci stata ieri, con l’annuncio («aboliremo la sezione disciplinare») del premier polacco Mateusz Morawiecki . Ma l’aver sgombrato il campo dalla materia del contendere non ha infatti riportato serenità nei rapporti tra Bruxelles e Varsavia. Sassoli si sente forte del voto che con cui la commissione Affari Giuridici ha suggerito di portare la causa davanti alla Corte di Giustizia. La Commissione della Von der Leyen non ha finora applicato il meccanismo di tutela del bilancio in forza di un accordo preso nel dicembre scorso nel Consiglio Europeo. Quel testo ne subordina infatti l’applicazione alla decisione della Corte di Giustizia. Comunque sia, di Polonia e Stato di diritto si parlerà anche a Bruxelles nel corso del Consiglio Europeo di domani. Lo ha annunciato nella lettera di invito ai capi di Stato e di governo dell’Ue il presidente Charles Michel.