«Sei un calabrese», «ti va spaccata la faccia»: ecco come Pd e M5S insultano nei Municipi di Roma
Non solo a livello nazionale. Il grande nervosismo della sinistra per il ballottaggio di Roma si manifesta con prepotenza anche al livello locale dei Municipi, dove i candidati presidenti del centrodestra e chi “osa” sostenerli finiscono al centro di attacchi personali e anche con connotazioni violente. Nella sola giornata di oggi a farne le spese sono stati Domenico Naso, candidato mini sindaco al Municipio XIV, e Nicola Franco, candidato alla guida del Municipio VI, nei giorni scorsi per altro già finito al centro di uno scomposto offensiva di Paola Taverna.
La consigliera irride Naso per le sue origini calabresi
Domenico Naso, imprenditore 38enne che corre per il Municipio di Monte Mario, e in vantaggio al primo turno con il 35,69% dei voti contro il 33,3% di Marco Della Porta del centrosinistra, ha ricevuto offese personali da una candidata Pd per le sue origini calabresi. «Il mio accento parla della mia storia e di quella di quasi un milione di calabresi residenti a Roma che lei oggi sta offendendo; ma non mi sorprendo, la sinistra parla di integrazione per gli extracomunitari, ma offende un avversario politico di origine calabrese. Mi fa sorridere», è stata la replica di Naso. Al candidato mini sindaco, «fatto oggetto di scherno per le sue origini calabresi sui social da Ilaria Ceccarelli, candidata del Pd nello stesso Municipio», è arrivata la solidarietà di Enrico Michetti, che ha parlato di comportamento «disdicevole» e ha chiarito di aspettarsi «pronte scuse da parte della candidata Pd» in questione.
Al Municipio VI chi sostiene Franco viene minacciato
Ancora peggio quello che è successo al Municipio VI, l’unico fra i Municipi di Roma in cui il M5S vada al ballottaggio. Si sfidano Nicola Franco (in foto con Michetti e Meloni) del centrodestra, uscito dal primo turno con il 43,22% dei consensi, e la grillina Francesca Filipponi, ferma al 21,92%. Proprio i Cinquestelle qui hanno dimostrato tutto il loro nervosismo, arrivando a scagliare frasi cariche di violenza con il loro ex assessore Fulvio Romanelli, che ha “osato” manifestare il proprio sostegno per Franco. «Ieri nella chat denominata “Operativi M5S Municipio VI” una persona, in riferimento alle mie dichiarazioni, ha scritto “Una volta saremmo andati a casa loro, gli avremmo citofonato chiesto di scendere … e poi gli spaccavamo la faccia”», ha denunciato lo stesso Romanelli sui social, annunciando querela e sottolineando che si tratta di «un’ulteriore prova di quanto sia scaduto e ormai privo di etica il Movimento 5 Stelle».
Il cortocircuito che investe anche il Pd
È stata poi la consigliera regionale della Lega, Laura Corrotti, ad avvertire che la «vicenda crea indirettamente un vero e proprio paradosso anche all’interno del Pd: a livello nazionale riesuma il fascismo e nel Municipio VI non riesce, a pochi giorni dal ballottaggio, a dissociarsi da chi “vuole spaccare la faccia” a chi non la pensa come loro». Per altro, proprio sul Municipio VI, nei giorni scorsi, dai piani più alti del M5S è piovuto un “allarme fascismo” perfettamente in linea con quello cavalcato a livello nazionale. La senatrice Paola Taverna, infatti, ha sollevato un gran polverone perché nella libreria di Nicola Franco, in una vecchia foto, comparivano due libri di storia del fascismo e del nazismo.
L’attacco di Taverna a Franco: anche i Municipi di Roma fanno tremare Pd e M5S
«Ho una libreria a 8 ante con mille libri, anche su comunismo. Che Guevara e antica Roma. È una foto che risale ad un anno fa quando facevamo le call del Consiglio municipale in video conferenza, se avessero allargato l’immagine avrebbero visto che c’erano anche altri libri. Qualcuno vuole mettere il bavaglio al sapere, per capire bisogna leggere, non capisco questa censura del sapere, parliamo di libri di storia», ha tagliato corto Franco, chiudendo una faccenda un po’ penosa, ma molto rappresentativa del clima che i giallorossi stanno tentando in tutti i modi di instaurare. «Fortunatamente – è stato il commento di Corrotti – i cittadini hanno le idee molto più chiare da chi prendere le distanze e su chi invece lavora per risollevare un quadrante della città abbandonato da anni, prima con il Pd e poi con il Movimento 5 stelle».