Sgarbi: «Vogliono depotenziare Meloni e isolare Michetti. Per questo la identificano col fascismo»
«L’intendimento essenziale è riuscire a depotenziare Giorgia Meloni facendola coincidere con il fascismo. E su questo l’informazione va in un brodo di giuggiole». A dirlo è stato Vittorio Sgarbi, commentando gli scontri di piazza di sabato pomeriggio a Roma nel corso della manifestazione dei No Green pass. Per Sgarbi i fatti di sabato, inoltre, non vanno letti isolati, ma all’interno di un più ampio disegno teso a dare vita «ad un’azione di inquinamento della battaglia politica introducendo un rischio fascismo che non c’è». «In realtà – ha aggiunto – non c’è nessun pericolo fascista», ma «c’è una dimensione di complotto per costruire l’idea di un isolamento dell’area della destra della Meloni». Un’azione avviata anche con l’obiettivo di «cercare di isolare Enrico Michetti in una specie di angolo neofascista».
Dall’infiltrato di Fanpage agli infiltrati nei cortei
«Tutto comincia con l’infiltrato di Fanpage che cerca per forza il reato per costruirlo così come abbiamo visto delle conversazioni che riguardano Carlo Fidanza», ha detto Sgarbi, intervistato dall’Adnkronos, soffermandosi poi su «gli infiltrati che sono evidenti nei cortei per trasformare un gruppo di persone che hanno una visione diversa in fascisti».
Una storia già vista con Berlusconi e Salvini
Per il critico d’arte e deputato «prima lo si è fatto a Silvio Berlusconi e a Matteo Salvini e adesso si attacca la Meloni che ha il partito con più voti attraverso questo strumento di persuasione occulta». Come esempio a sostegno delle sue riflessioni, Sgarbi ha fatto riferimento alla domanda della Gruber a Calenda sulla presunta vicinanza di Michetti ai neofascisti. «Non c’è nessun neofascismo, c’è un’area politica che lo ha appoggiato e c’è un piccolo gruppo che non l’appoggia, quello legato a Forza Nuova e agli altri», ha sottolineato.
Sgarbi: «Il rischio fascismo non esiste, esistono alcuni facinorosi»
Secondo Sgarbi, quindi, anche nel caso dei tafferugli dell’altra sera, «il rischio fascismo non esiste, esistono alcuni facinorosi che sono 100 rispetto ai 30mila che manifestano. Le persone qualunque – ha sottolineato quindi Sgarbi – a partire dal gruppo “Io apro”, che difendono le loro libertà democratiche elementari sono fatte coincidere con il picchiatore fascista che è una cosa invereconda. Il primo elemento negativo – ha osservato il fondatore di Rinascimento – è l’informazione perché, invece di far vedere poliziotti che in tre picchiano un ragazzo, fa vedere soltanto quelli andati alla Cgil». «È evidente – ha concluso Sgarbi – che entrambe le cose possono essere reali: una è un effetto di fanatismo di alcuni, l’altra è un’azione violenta che viene dai poliziotti».