Spagna, il socialista Sanchez vuol dare scacco al Re: «Basta con l’immunità per il sovrano»
Ecco un bell’esempio di populismo di governo, targato sinistra, che sicuramente la stessa sinistra spaccerà per rispetto del principio di uguaglianza. Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, socialista, ha infatti proposto oggi di abolire l’immunità totale che la Costituzione iberica garantisce ai sovrani. «Non penso che questo status sia necessario per un capo di Stato», ha dichiarato il premier all’emittente Cadena Ser. Sanchez ha giustificato la propria iniziativa spiegando di voler «aprire il dibattito su una modifica della Costituzione». L’inviolabilità del re, ha aggiunto, non è più appropriata «in una democrazia che si è consolidata in oltre 40 anni».
Sanchez fa il populista di Palazzo
ILlmotivo che ha spinto Sanchez a chiedere la fine dell’immunità reale è tutta elettoralistica. Sempre più persone in Spagna chiedono l’abolizone dell’immunità dei sovrani, in relazione alle accuse di corruzione emerse contro l’ex re Juan Carlos. Il sovrano emerito può essere perseguito solo dalla Corte Suprema e soltanto per atti compiuti dopo l’abdicazione del 2014. Juan Carlos ha lasciato la Spagna nell’agosto 2020 per facilitare il lavoro del figlio, l’attuale re Felipe Vi, di fronte alle accuse di corruzione ed evasione fiscale, relative agli anni in cui godeva dell’immunità reale. Nessun sospetto è emerso a carico di Felipe, che ha pubblicamente rinunciato all’eredità paterna.
Meccanismo delicato
Tuttavia, la circostanza che i cittadini siano in larga misura favorevoli all’immunità del capo dello Stato (esiste anche nelle repubbliche) non è una buona ragione per abrogarlo. L’esperienza italiana, ad esempio, insegna che l’aver abrogato a furor di inchieste l’immunità parlamentare ha finito per squilibrare i rapporti a tutto vantaggio della magistratura. Si tratta, insomma, di meccanismi molto delicati che non vanno mandati al macero in virtù di un abuso. E Sanchez lo sa. I guasti della propaganda anti-Casta in Italia ad opera dei grillini ha innescato un’onda lunga i cui effetti non abbiamo ancora misurato. Probabilmente cominceremo dalle prossime elezioni politiche quando ci accorgeremo che il taglio del numero dei parlamentari lascerà interi territori senza rappresentanza.