Vauro, la vignetta indecente in cui dà alla Meloni della nazista. Ma dove si vuole arrivare?
Mancava solo Vauro, e alla fine anche lui ha risposto all’appello. Il richiamo antifascista, o richiamo della foresta per i “compagni” sempre in cerca del nemico da fiutare, ha sortito i suoi effetti. E così oggi sul Fatto Vauro firma una vignetta dove si va oltre. Oltre l’accusa di fascismo alla leader di FdI Giorgia Meloni. Per quella era sufficiente l’inchiesta di Fanpage.
Vauro tira fuori le svastiche e sostanzialmente dà alla Meloni della nazista. Lei non vede la matrice fascista dell’assalto alla Cgil? Meloni non riconosce nemmeno la svastica… Si rifiuta di riconoscere l’incarnazione del male. Il nazismo. E “svicola”: è una farfalla? E’ un fiorellino? Ci sono tanti sottotesti legati a una vignetta del genere: Meloni è una politica che non riconosce il pericolo, una politica che finge, che mente, che giustifica. In sostanza una leader che non può governare, come da giorni il coro mainstream si attarda a ripetere in ogni occasione. E’ una vignetta indecente.
Oggi la Stampa scrive che Fratelli d’Italia crede nella teoria dell’accerchiamento. E come chiamare altrimenti ciò che sta avvenendo? E’ una normale dialettica democratica per caso? O non è forse una vera e propria strategia demolitoria che vedrà il suo culmine il 16 ottobre a Roma con una manifestazione di supporto al candidato dem Gualtieri perché la sinistra vuole riprendersi il Campidoglio?
Si immagini il contrario: sarebbe mai stata consentita una manifestazione di piazza della destra a poche ore dall’apertura dei seggi elettorali per un turno di ballottaggio cruciale per la capitale d’Italia? La risposta è scontata. Così come la vignetta di Vauro, anche lui asservito a una narrazione che deve “mostrificare” il nemico.