Attentato di Liverpool, convertiti al cristianesimo per evitare l’espulsione: così gli islamici fregano il sistema
Una conversione di comodo al cristianesimo, solo per evitare l’espulsione dal Regno Unito. Emad al-Swealmeen, l’autore dell’attentato terroristico di Liverpool che per sembrare più occidentale si faceva chiamare Enzo Almeni, non avrebbe abbracciato il cristianesimo per fede, ma per convenienza. Una facciata dietro la quale, a quanto emerge a seguito del suo caso, si nasconderebbero migliaia di richiedenti asilo con l’aiuto della Chiesa anglicana, che proprio per questo è finita al centro delle polemiche.
Quelle conversioni di comodo al cristianesimo
Il caso di Emad al-Swealmeen ha acceso i riflettori nel Regno Unito sulle presunte conversioni “facili” accordate dalla chiesa anglicana ai richiedenti asilo di fede islamica, che sfrutterebbero questo escamotage per avere maggiori chance di farsi accettare le domande dalle autorità britanniche. Tra i motivi per i quali si può evitare l’espulsione, infatti, c’è il rischio che nel proprio Paese di origine si possa finire perseguitati per ragioni religiose. E un musulmano convertito al cristianesimo può diventare oggetto a rappresaglie da parte delle autorità del proprio Paese o della propria comunità di origine.
La rabbia del ministro Patel: «Si fanno gioco del sistema»
Secondo quanto scrive il Telegraph, il ministro dell’Interno, Priti Patel, si sarebbe detta sconcertata dalla «giostra» delle frettolose conversioni e dalle altre tattiche usate dai richiedenti asilo destinati all’espulsione, che in questo modo presentano «appello su appello» ai tribunali per rimanere in Gran Bretagna. Il ministero dell’Interno britannico, quindi, ritiene che il cambio di religione sia ora una «pratica comune» tra i richiedenti asilo per «farsi gioco del sistema». Secondo quanto ricostruito, sarebbero migliaia i richiedenti asilo che negli ultimi anni si sono convertiti all’anglicanesimo.
Il fenomeno emerso dopo l’attentato di Liverpool
Il clero della Chiesa d’Inghilterra ha perfino redatto una guida per orientare questi nuovi “fedeli” all’interno del sistema di procedure del ministero dell’Interno. Troppo, per Patel, che ha accusato i richiedenti asilo e i loro avvocati di «sfruttare» deliberatamente il sistema britannico per rimanere nel Paese, «a spese dei contribuenti». Dopo l’attentato di domenica davanti al Women’s Hospital di Liverpool, che fortunatamente non ha causato vittime a parte l’attentatore, è emerso che il 32enne di origini siriano-irachene al-Swealmeen aveva ricevuto aiuto proprio dalla Chiesa anglicana per evitare l’espulsione, dopo il no alla sua domanda di asilo del 2014.