Bettini mette l’aureola a Conte: è un combattente, gli italiani lo apprezzano e Draghi lo imita…
Goffredo Bettini, l’inventore del “campo largo”, lo stratega ascoltato più da Giuseppe Conte che dal suo stesso partito, smentisce in una intervista al Fatto che la sua festa di compleanno sia stata un summit sulla Rai. Dove non a caso c’erano l’ad di Viale Mazzini Carlo Fuortes e l’ex premier Giuseppe Conte oltre a Gianni Letta, che di Bettini è amico di vecchia data. Un summit peraltro che per il M5S non è certo andato a buon fine.
Secondo Bettini si è trattato della “bufala giornalistica più clamorosa degli ultimi tempi. Ho invitato in una festa informale, ironica, affettuosa, amici vecchi e nuovi. Anche alcuni politici; solo quelli con i quali ho un vero rapporto umano e di stima”.
Tra questi Giuseppe Conte appunto. Che per Bettini deve restare interlocutore principale del Pd, a dispetto dei suoi insuccessi, degli autogol , della scarsa autorevolezza di cui gode anche presso i pentastellati. Lo strategia Bettini nega tutto, e difende l’ex premier a spada tratta: “Conte, nonostante una campagna demolitoria e sprezzante che ha dovuto subire, resiste e combatte. I sondaggi danno il suo partito ben oltre il 15% e, dopo la vicenda della Rai, c’è stata un’impennata del suo gradimento tra gli italiani”.
Veramente, dopo la vicenda Rai, tutti hanno avuto l’impressione contraria. Ma non Bettini, per il quale Conte è tutt’altro che un leader debole. Anzi, sarebbe addirittura lui ad ispirare la politica di Draghi, che non farebbe altro che continuare l’operato del predecessore.
“Conte non è affatto un leader debole – dice Bettini – Subisce attacchi micidiali proprio perché continua a stare in campo e a riscuotere simpatie e consensi. Ha governato bene, Draghi su tanti aspetti continua la sua azione. Ha contribuito alla formazione dell’attuale governo. Sta cambiando il M5S in direzione di un partito ecologista, popolare, europeista e attento alle fasce più deboli della società”.
Bettini non commenta la decisione di ritirare dagli schermi Rai i rappresentanti grillini ma lo fa Paola Taverna. In un’intervista alla Stampa la vicepresidente M5S dice di non essere in imbarazzo per essere passata dalla parte dei lottizzatori dopo avere tuonato contro la Rai lottizzata e si rifugia dietro la solita scusa: “Non stiamo contestando chi, stiamo chiedendo come”. Solo una questione di metodo, quindi. Mentre il divieto di andare in Rai sarebbe giusto e condiviso: “Nel 2013 – dice Taverna – abbiamo vinto senza andare un giorno in televisione”.