Caos M5S: si incrina l’asse col Pd sulla manovra. Zanda: sono maldestri, così andiamo a votare
“Sta nelle mani grilline rafforzare o indebolire l’alleanza giallo-rossa. Le ultime mosse sono state maldestre e rifiutare di votare Vasco Errani relatore alla manovra è un grave errore politico”. Lo afferma Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd al Senato, in un’intervista a Repubblica. Nella quale lancia l’allarme, non solo per gli “errori” dei 5S, ma anche per quelli dei renziani, forzisti e leghisti che hanno mandato sotto il governo sul decreto Capienze, perché “in coalizione si sta per collaborare, non per farsi la guerra: “Di questo passo dopo il voto sul presidente della Repubblica si va di corsa alle urne”.
Zanda: dal M5S segnali negativi
Il fatto che i 5Stelle non votino con il Pd il relatore della manovra, per Zanda “è un segnale negativo per molte ragioni. La prima perché Errani è un senatore di Leu competente e scrupoloso. Poi perché in una maggioranza di coalizione, la rotazione degli incarichi parlamentari è necessaria. Infine perché i 5Stelle hanno già la posizione più importante per seguire la legge di Bilancio, ovvero la presidenza della commissione con Daniele Pesco. Rifiutare Errani è un grave errore politico. Sinora – spiega – lo spirito di coalizione ha funzionato. Ma nelle ultime settimane al Senato la coalizione che sorregge il governo Draghi in varie occasioni non ha dimostrato quella responsabilità e compattezza che sono indispensabili in una fase tanto difficile per il Paese”.
Il decreto Capienze e la maggioranza
“Sul delicatissimo decreto Capienze – prosegue Zanda – i tre partiti di maggioranza (Iv, Fi e Lega) hanno votato emendamenti su cui il governo aveva dato parere contrario. E’ evidente che se da ora a fine gennaio si dovessero ripetere fatti negativi come quelli accaduti nell’ultimo periodo al Senato, vorrebbe dire che dopo le elezioni del nuovo presidente della Repubblica, si romperebbe tutto e andremmo di corsa alle elezioni con conseguenze sull’economia e sulla nostra reputazione internazionale”.
“L’alleanza tra il Pd e i 5Stelle l’ho sempre ritenuta tattica e contingente – conclude Zanda – prendendo atto delle distinzioni tra i due partiti. Al tempo stesso l’augurio era che si potesse rafforzare. Ma sta anche nelle mani grilline determinare se il nostro rapporto è destinato a rafforzarsi o indebolirsi. Quando è nato il governo Draghi, nella maggioranza c’era un vero spirito positivo, la coscienza del momento drammatico dell’Italia e della conseguente necessità della compattezza massima. Sarebbe un delitto politico se pezzi della maggioranza non si riconoscessero più in quella fotografia”.