Corsa al Colle, nel centrodestra spunta il nome di Pera. Toscano come Renzi, potrebbe piacere a Iv

12 Nov 2021 10:45 - di Michele Pezza
Pera

Bisogna risalire ai fasti della Prima Repubblica per ritrovare la stessa suspence che incombe oggi sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il “no” al bis da parte di Mattarella ha sgombrato il campo da ipotesi  principali e subordinate, riducendo sensibilmente i margini di manovra dei leader. Soprattutto di Enrico Letta, che sul bis aveva scommesso praticamente tutto. Decisamente messo meglio il centrodestra, che di nomi ne ha almeno due: Silvio Berlusconi e Marcello Pera. Il primo non è solo simbolico, ma per realizzarsi ha bisogno di due condizioni: compattezza granitica della coalizione, apporto di almeno 50 Grandi elettori proveniente dall’«altra parte».

Marcello Pera è stato presidente del Senato

La prima c’è, la seconda è molto eventuale. Il nome di Pera innesca invece l’effetto contrario: meno divisivo a sinistra, per i renziani ad esempio, ma anche  meno mobilitante per il centrodestra. Almeno rispetto al suo fondatore. Ma la partita del Quirinale è complessa proprio perché capace di trasformare limiti in doti. È proprio il caso di Pera, il cui minor appeal presso la coalizione rispetto al Cavaliere lo rende meno indigesto ai Grandi elettori dell’«altra parte». A dar retta al Corriere della Sera, l’ipotesi sarebbe in campo. Alcuni sherpa centristi ne avrebbero parlato pure a Pierferdinando Casini, ufficialmente non interessato alla corsa al Colle, in realtà in agguato da tempo, raccomandandogli di non sottovalutarla.

L’amicizia con Papa Ratzinger

Dal canto suo, Pera osserva, annota e lascia fare. Anche lui si è trincerato dietro un “non possumus” dal retrogusto assai tattico. È impegnato – informa il Corriere – in un libro su Sant’Agostino, passione con condivide con il Papa Emerito Benedetto XVI. Con tutto il rispetto dovuto ad uno tra i più grandi Dottori della Chiesa, il Quirinale non sarebbe da meno. Ma Pera lo sa bene. Così come sa di essere nella partita, aiutato indirettamente in questo anche dall’altro Letta, Gianni, che secondo Dagospia avrebbe raffreddato, e parecchio, i bollori quirinalizi del Cavaliere. E se tanto ci dà tanto… Casini farebbe bene a raccogliere la raccomandazione dei suoi sherpa.

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