Corsa al Quirinale, dal cilindro di Calenda spunta Gentiloni: un ticket con Draghi premier e il dem al Colle
Corsa al Quirinale, dal cilindro di Calenda spunta Gentiloni. Il leader di Azione punta a congelare il voto. E lancia un ticket con Draghi premier e il Commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione von der Leyen al Colle. Calenda ne ha per tutti e per tutti i gusti. E se al M5S manda a dire da Rainews 24 dove è stato ospite che: «È un movimento mezzo esploso e mezzo estinto. Basta vedere come sono andati alle ultime elezioni amministrative. Alle elezioni politiche, poi, non sappiamo se ci andranno. Né come ci arriveranno». Sulle manovre per la costruzione di un nuovo centro (a cui si dice disinteressato). E le strategie per la corsa al Quirinale, pur nella diversità delle sfide al vaglio, il leader di Azione sembra avere un unico pensiero fisso. Un solo filo conduttore a fare da comune denominatore: evitare le elezioni.
Calenda sulla corsa al Quirinale congela l’ipotesi Draghi
Ma il discorso si fa più battente. Più centrato e meno perifrastico: se si parla della partita per il Colle. E l’incipit riguarda sempre e soprattutto Draghi in pole position, Calenda ingoiando a fatica l’amaro calice, ammette: «Se va al Quirinale credo che si andrà a votare». Poi aggiunge: nel caso «andrà fatto un governo per portare il Paese alle elezioni». Ossia: un ennesimo esecutivo, formato Quirinale secondo Calenda, a detta del quale se l’attuale presidente del Consiglio uscisse da palazzo Chigi per andare al Quirinale «la possibilità di tenere insieme questa maggioranza sarebbe uguale a zero. Solo l’autorità di Draghi riesce a farlo». Tanto che, a rinforzare la sua teoria, il numero uno di Azione aggiunge anche un esempio plastico e colorito: «Draghi sembra quel papà che guida la macchina con i bambini che stanno dietro e fanno un casino continuo. E che, ogni tanto, si gira per dire state buoni, smettetela»…
E lancia il ticket Draghi premier e Gentiloni al Colle
Calenda sembra avere già il suo film in testa. Tanto che, dopo la sequenza di Draghi papà della famiglia di governo alla guida dell’auto carica di bambini rumorosi e irriverenti, aggiunge: «Se il premier in carica non resta a palazzo Chigi, dal giorno dopo ci dimenticheremo di aver vissuto una stagione di serietà e concretezza. E ricominciamo con il Pd e il M5S che dicono “attenti ai fascisti”. Mentre dall’altra parte sentiremmo “attenti ai traditori della Patria”. Ricomincerebbe la “politica contro” che ha come unico obiettivo non far vincere l’avversario». E allora, Calenda ha pronta la zeppa da mettere sotto il tavolo che traballa: «Io penso che Paolo Gentiloni sarebbe un buon candidato. Perché è un uomo di equilibrio. Molto ascoltato in Europa. Sta lavorando sul Pnrr e dunque avere Draghi e Gentiloni insieme sarebbe una buona garanzia per l’Italia».