Covid, 2.834 nuovi casi, 41 morti. Scoperto un “anticorpo universale”: jolly contro Sars Cov-2, varianti e Sars
Il virus non molla la presa. Ma la ricerca scientifica neppure. Tanto che oggi uno studio americano annuncia la scoperta di un anticorpo universale: un “jolly” potenzialmente efficace contro tutti i coronavirus, compresi Sars-Covid 2 di Covid-19 (varianti comprese) e Sars-CoV-1 della Sars. Nel frattempo, però, l’epidemia di coronavirus continua a diffondersi nel Belpaese. Dove, su scala nazionale, il bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute diramato oggi, registra 2.834 i nuovi contagi da coronavirus e altri 41 morti. I tamponi in più sono stati 238.354. Con un tasso di positività che sfiora l’1,2%. In aumento (+129) i ricoverati per Covid, che salgono in totale a 2.992. Dai dati aggiornati sull’emergenza sanitaria sono in aumento anche i ricoveri in terapia intensiva (+21). Che salgono in totale a 385 con 34 ingressi del giorno.
Covid, 2.834 nuovi contagi e 41 morti. Recrudescenza di contagi in FVG e Trentino Alto Adige
In particolare, poi, venendo ai dati regionali, il Covid in questi giorni torna a minacciare Friuli Venezia Giulia e anche il Trentino Alto Adige, dove il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, in un punto stampa ha dichiarato: «Purtroppo le cifre stanno peggiorando. Sono sempre più le infezioni rilevate. Abbiamo una situazione correlata esattamente a quella della vaccinazione: tasso più basso di vaccinati. E tasso più alto di persone che si infettano o che sono ricoverate».
Covid, scoperto un “anticorpo universale”: un “jolly” contro più coronavirus e varianti
Nel frattempo, la ricerca compie un altro importante passo in avanti con la scoperta di un nuovo anticorpo “jolly”, potenzialmente efficace contro un’ampia varietà di coronavirus: dal Sars-CoV-2 di Covid-19 (varianti comprese) al Sars-CoV-1 della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave che divenne epidemia mondiale tra il 2002 e il 2004. Fino a ipotetici “Sars-CoV-3” e “Sars-CoV-4”, che potrebbero comparire in futuro. La speranza di un’arma “universale”, da utilizzare in terapia e in prevenzione, arriva da uno studio americano pubblicato su Science Translational Medicine. Frutto di una collaborazione tra ricercatori della Duke University di Durham e della University of North Carolina (Unc) di Chapel Hill, il progetto è sostenuto da diversi organismi Usa fra cui il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid, Nih). Nonché dal Dipartimento della Difesa.
Efficace contro un’ampia varietà di coronavirus: dal Sars-CoV-2 (varianti comprese) al Sars-CoV-1 della Sars
L’anticorpo è stato identificato da un team del Duke Human Vaccine Institute (Dhvi). E testato su modelli animali alla Unc di Chapel Hill. Per isolarlo il gruppo di Barton Haynes, direttore di Dhvi, ha analizzato il sangue di un paziente Covid. E di uno che era stato infettato dal virus Sars-CoV-1 della Sars. Su un totale di oltre 1.700 anticorpi individuati, gli scienziati ne hanno trovati 50 in grado di legarsi sia al virus della Sars sia a quello di Covid. Fra questi uno sembrava particolarmente potente, capace di agganciare anche svariati altri coronavirus animali. Testato dall’équipe Unc di Ralph S. Baric, l’anticorpo selezionato è riuscito sia a contrastare l’infezione una volta avvenuta. Sia a ridurre al minimo il numero di infezioni.
«Può neutralizzare una vasta gamma di questi microrganismi», presenti e futuri»
«Questo anticorpo si lega al coronavirus in una posizione conservata attraverso numerose mutazioni e variazioni – sottolinea Haynes –. Di conseguenza può neutralizzare una vasta gamma di questi microrganismi», presenti e futuri. Ossia ancora non “saltati” dall’animale all’uomo. «I risultati – auspica Baric – forniscono un modello per la progettazione razionale di strategie vaccinali universali. Che siano a prova di variante e forniscano un’ampia protezione dai coronavirus noti ed emergenti».