Covid, il giallo della Calabria: per la Ue è zona rossa, per l’Iss è l’unica regione a rischio basso
Tutte le Regioni e Province autonome risultano classificate a rischio Covid moderato, tranne la Calabria, che è a rischio basso. È quanto emerge oggi dai dati del monitoraggio sull’andamento epidemiologico Covid-19 della Cabina di Regia, comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Tra le regioni, però, il Friuli Venezia Giulia è ad alta probabilità di progressione a rischio alto.
Inoltre – prosegue il documento – 11 Regioni/Pa riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.
Una singolare discrasia rispetto al bollettino settimanale che solo ieri, ha diramato il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. Per questo report, la Calabria invece è zona rossa assieme a Marche, Friuli Venezia Giulia e provincia autonoma di Bolzano. Tutto il resto dell’Italia è in zona gialla, mentre Molise, Sardegna e Valle d’Aosta vengono classificate in verde, il livello più basso di rischio.
La situazione italiana è paragonabile a quella di Francia e Spagna mentre fa meglio il Portogallo. Tutto l’Est Europa invece è considerato ad alto rischio.
Tornando al bollettino settimanale dell’Iss, l’incidenza settimanale dei casi Covid-19, a livello nazionale, continua ad aumentare, attestandosi a 78 casi per 100mila abitanti nel periodo 5-11 novembre, rispetto alla settimana precedente in cui era a 53 casi per 100mila abitanti, secondo dati di flusso del ministero della Salute.
Covid, per la Calabria due scenari agli antipodi
In Italia il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid-19 in terapia intensiva è al 4,4% secondo la rilevazione giornaliera del ministero della Salute all’11 novembre), in salita rispetto al 4,0% rilevato una settimana prima, il 4 novembre. In salita anche l’occupazione dei reparti di area medica che si attesta al 6,1% (rilevazione giornaliera 11 novembre) rispetto al 5,3% del 28 ottobre.
Aumentano i casi non associati a catene di trasmissione
Risulta, inoltre, in forte aumento il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (11.001 rispetto agli 8.326 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in diminuzione (34% vs 35% la scorsa settimana). È in aumento anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48% vs 47%). Rimane stabile la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18% vs 18%).