Covid, l’Italia nella morsa della quarta ondata: salgono Rt, contagi e ricoveri in terapia intensiva
Covid, il virus avanza e l’aumento dei contagi certificato dai bollettini quotidiani su quella che ormai tutti definiscono la quarta ondata della pandemia. La verità sulla recrudescenza del Sars Covid-2, acclarata in virtù della matematica percentuale e dei riscontri numerici, indica una crescita di incidenza e Rt. Una realtà, cifre alla mano, confermata dai dati di flusso del ministero Salute, riportati in una nota dell’Istituto superiore di Sanità (Iss). Secondo cui l’incidenza settimanale dei casi di Covid-19 a livello nazionale è in risalita: 53 per 100.000 abitanti, nel periodo 29 ottobre-4 novembre. Rispetto ai 46 per 100.000 abitanti registrati la settimana precedente (22-28 ottobre). Il che, letto e interpretato fuori dagli schemi matematici, significa che la situazione in Italia – e in generale in Europa, di nuovo cuore pulsante dei contagi – è segnata dall’aumento dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive. Con tutte le Regioni a rischio moderato.
Covid, il virus riprende piede: i numeri indicano una crescita di incidenza e Rt
Per analizzare e capire bene l’allarme delineato dall’aumento dei contagi che segnano una preoccupante recrudescenza del virus bisogna partire dalla risalita del valore dell’indice Rt in Italia. Nel periodo 13 ottobre-26 ottobre, l’Rt medio, calcolato sui casi sintomatici di Covid-19, è stato pari a 1,15 (in un range da 0,93-1,28), in aumento rispetto alla settimana precedente. E al di sopra della soglia epidemica. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia sull’andamento del Covid in Italia, i cui dati sono riferiti dall’Istituto superiore di Sanità.
E con i dati in risalita poco ha a che fare il recente aumento del numero di tamponi effettuati
Dal report – riferisce a riguardo l’Adnkronos entrando nel dettaglio di numeri e proporzioni – risulta stabile e sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=1,12 (1,06-1,17) al 26/10/2021 vs Rt=1,13 (1,07-1,19) al 19/10/2021). Dati rispetto ai quali, il dossier in oggetto specifica che: «Si ritiene che le stime dell’indice Rt relativo ai casi Covid-19 siano poco sensibili al recente aumento del numero di tamponi effettuati. Poiché tali stime sono basate sui soli casi sintomatici e/o ospedalizzati» precisa l’Istituto superiore di Sanità.
Covid, i dati sull’aumento dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive
Non solo. Un altro fattore esaminato e risultato in aumento è quello del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva da parte dei pazienti Covid. Che a livello nazionale si attesta al 4,0%, secondo la rilevazione giornaliera del ministero della Salute. Aggiornata al 4 novembre. Un dato in aumento rispetto al 3,7% del 28 ottobre scorso. E ancora, secondo il monitoraggio effettuato, risulta in rialzo anche l’occupazione dei posti letto in aree mediche: che sale al 5,3% rispetto al 4,5% del 28 ottobre. Dati in crescita che, però, si mantengono ben al di sotto dei nuovi parametri ritenuti valore di soglia critica dal ministero della Salute. Fissati al 10% per le terapie intensive. E al 15% per i reparti ordinari di area medica.
Forte aumento del numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione
Infine, stando a quanto emerge dal monitoraggio riferito al periodo 25-31 ottobre con dati aggiornati al 3 novembre, è in forte aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione: 8.326 rispetto ai 6.264 della settimana precedente. E anche la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (35% vs 33% la scorsa settimana). È stabile, invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47% vs 47%). Mentre diminuisce lievemente la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18% vs 20%).
Tutte le Regioni a rischio moderato
In conclusione, quindi, rapportano i numeri su scala nazionale, dal monitoraggio emerge che tutte le Regioni e province autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, 2 Regioni, la Puglia e la Campania sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Inoltre – si legge nel report – 15 Regioni e province autonome riportano un’allerta di resilienza. Nessuna riporta molteplici allerte di resilienza.