Covid party a Bolzano: tre ricoverati. La Procura procede per epidemia colposa. 20 comuni già in rosso
I Covid party di Bolzano, organizzati allo scopo di infettarsi e prendere la malattia, hanno finora provocato il ricovero di tre persone, due delle quali in terapia intensiva,
La pericolosa ‘usanza’ è diffusa sul territorio altoatesino, dove tra il gruppo linguistico tedesco è radicata la contrarietà a tutte le vaccinazioni. La procura di Bolzano ha quindi aperto un’inchiesta per il reato di epidemia colposa.
Intanto l’Alto Adige, nei prossimi giorni, potrebbe introdurre nuove restrizioni per arginare l’aumento dei casi di coronavirus. A Bolzano i contagi sono a quota 418 casi ogni 100mila abitanti. Le terapie intensive sono stabili attorno alla soglia limite del 10 per cento. Ma i ricoveri negli altri reparti sono cresciuti fino al 16%.
La provincia autonoma ha deciso perciò di adottare misure di contenimento. Sia il presidente Arno Kompatscher che l’assessore alla sanità Thomas Widmann hanno infatti inviato una bozza al governo sulle misure che intendono adottare. Sarà una ‘nuova zona gialla’, molto probabilmente simile al modello austriaco delle ‘2G’, che darebbe possibilità di mobilità solo ai vaccinati (geimpft) e ai guariti nei sei mesi (genesen). Il tampone resterà valido solo per recarsi sul posto di lavoro.
In Alto Adige il presidente della Provincia sta per firmare l’ordinanza che farà tornare le mascherine obbligatorie all’aperto. Sui mezzi pubblici andrà indossata la Ffp2, mentre nei venti Comuni già in zona rossi’ i bar e ristoranti dovranno chiudere alle 18 e scatterà il coprifuoco dalle 20 alle 5. Una misura giusta, dice il sindaco di Rio di Pusteria, “ma a mio parere sarebbe stato meglio attuare il coprifuoco in tutto l’Alto Adige, perché non so fino a che punto abbia senso inserire un Comune in zona rossa e non fare lo stesso per quello vicino. Dubito che in questa maniera si riesca a risolvere la situazione”.
La quarta ondata che ha investito l’Alto Adige mette anche a rischio la stagione sciistica: “Il passo verso l’arancione è breve”, ha fatto presente l’assessore alla sanità Thomas Widmann. E questo significherebbe la chiusura degli impianti. “La quarta ondata – ha detto ancora Widmann – arriva da nord e di certo non si ferma al Brennero. Siamo ad un passo dal deragliamento, anche perché in Alto Adige abbiamo una bassa percentuale di vaccinati”.