Covid, Pfizer al contrattacco: la nostra pillola antivirale riduce ricoveri e decessi dell’89%
Covid, Pfizer al contrattacco annuncia: la nostra pillola antivirale riduce ricoveri e decessi dell’89%. La casa farmaceutica che insieme a Moderna ha dominato la campagna d’immunizzazione con le fiale di vaccini a mRna ora entra in campo con la pillola anti Covid: attualmente in fase di sperimentazione. E data come efficace a ridurre dell’89 per cento i rischi di ricovero e decesso in persone considerate ad alto rischio. Lo ha annunciato la stessa Pfizer, citando i dati del proprio studio sul farmaco.
Covid, Pfizer annuncia la pillola antivirale: riduce ricoveri e decessi dell’89%
Gli effetti della pillola antivirale sono stati così convincenti, riferisce il Washington Post, che un panel indipendente di esperti che stanno monitorando la sperimentazione del farmaco ha consigliato di accorciare i tempi della sperimentazione. I dati non sono ancora stati pubblicati. O sottoposti a verifica esterna. Ma Pfizer, in una nota, ha annunciato che i risultati della sperimentazione verranno sottoposti all’attenzione dei regolatori Usa «il prima possibile». I quali, dopo il Thanksgiving (del 25 novembre), intendono ottenere un pronunciamento da parte di una commissione esterna di esperti su un’altra pillola antivirale: quella dell’azienda farmaceutica Merck.
Locatelli rassicura sul vaccino ai bambini tra i 5 e gli 11 anni
Nel frattempo, mentre il virus riprende piede e si pensa di procedere con l’immunizzazione della fascia pediatrica che va dai 5 agli 11 anni, il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico. In conferenza stampa a Palazzo Chigi con il commissario straordinario per l’emergenza generale Francesco Paolo Figliuolo. E alla presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ribadito l’importanza dei vaccini anche per i più piccoli. «Le società scientifiche dei pediatri, americana e italiana – ha sostenuto oggi Locatelli – hanno tutte preso una posizione largamente a favore della vaccinazione» anti-Covid «per la popolazione pediatrica. Le ragioni sono che c’è una quota piccola ma non irrilevante che, colpita dal virus, necessita di ricovero. Talvolta in terapia intensiva, per aver sviluppato una sindrome multinfiammatoria sistemica».
Locatelli (Cts) sulle miocarditi dei bimbi: molte più per il virus che dopo il vaccino
Inoltre, ha spiegato il professore, a causa di Sars-CoV-2, fra i bambini «poche decine hanno perso la vita. E non tutti avevano patologie concomitanti che giustificassero una malattia grave». E ancora: «Si è letto che lo studio nella popolazione pediatrica aveva una dimensione campionaria ridotta. Beh, se riflettete che dai 18 anni in su sono stati arruolati negli studi che poi hanno portato all’approvazione circa 30.000 soggetti, più di 2000 bambini sono un numero più che congruo». Oltretutto, sull’argomento principe spesso adottato in chiave anti-vaccinale, quello delle miocarditi, Locatelli ha sgomberato il campo dagli equivoci una volta per tutte.
Ema valuterà il dossier sui vaccini ai bimbi della fascia 5-11 anni alla metà di dicembre
Asserendo che: «Riguardo le miocarditi, piuttosto che le pericarditi, dopo vaccinazione anti-Covid, ci sono solo forme lievi reversibili. Mentre il rischio di sviluppare queste patologie, le miocarditi, è un numero di volte assai più elevato in forme più gravi attribuibile a infezioni da Sars-CoV-2». Una puntualizzazione, quella dell’esperto, che ha rassicurato anche sulla sicurezza del vaccino nei bimbi. A proposito del quale, ipotizza Locatelli: «L’Ema ipotizza la valutazione del dossier relativo alla dose per la vaccinazione anti-Covid, nella fascia 5-11 anni, più o meno attorno alla prima quindicina del mese di dicembre. Poi, tra l’approvazione di Ema e quella Aifa il tempo è straordinariamente breve. Ricordo che le dosi pediatriche sono un terzo rispetto alle dosi usate negli adulti».