Ddl Zan, asse Salvini-Renzi per superare l’impasse. L’ira della Cirinnà: «Da Iv solo falsità»
Le polemiche infinite sull’affossamento del ddl Zan rimbombano fin dentro i saloni della Leopolda di Firenze. Scontato, del resto, se solo si pensa che negli stessi istanti in cui da quel palco Renzi rilanciava la proposta di legge di Ivan Scalfarotto, da piazza della Repubblica di Roma partiva la Trans Freedom March. Tante le sigle presenti dietro agli striscioni arcobaleno: Trans Lives Matter, Rabbia Trans, Fastidio Non Binario e altre. Identico lo slogan: «Fuori i fasci dalle città». Tra i politici marcianti non poteva certo mancare Monica Cirinnà, eroina eponima della legge sulle unioni gay varata proprio quando al governo c’era Renzi.
La Cirinnà: «Io in piazza per i trans»
Una circostanza che tuttavia non impedisce alla senatrice dem di essere oggi una fiera avversaria dell’ex-premier. Se infatti le unioni omosex li aveva uniti, il ddl Zan li ha irrimediabilmente divisi. Cosicché quando viene a conoscenza delle parole pronunciate dal leader di Italia Viva, non esita a lanciare un tweet di rappresaglia. «Mentre Renzi continua a dire falsità sul ddl Zan – vi si legge -, io sono in piazza a Roma a fianco delle persone trans. Per ribadire che l’identità di genere – che Italia Viva voleva e vuole cancellare – è dignità e va tutelata. Dov’è Renzi? Dov’è Iv?». E dire che il testo di Scalfarotto azzererebbe ogni polemica, cancellando in un colpo solo tutte le ambiguità ravvisate (non solo dal centrodestra) nel ddl Zan.
Il leader della Lega: «Basta tenere fuori scuole e bambini»
Contiene infatti un solo articolo che allarga le tutele della legge Mancino ai casi di omofobia, transfobia e abilismo. «Chi vuole la legge – è la sfida di Renzi – firma l’emendamento Scalfarotto. Chi preferisce il chiacchiericcio continui pure ad attaccarci». Ma per una Cirinnà che ha risposto picche, c’è un Matteo Salvini che ha già dato la propria disponibilità. Il leader leghista ricorda che in Senato c’è un’identica proposta di legge a sua firma. «Per me – dichiara – si può votare anche domani. Se non si tirano in ballo i bambini, la libertà educativa e la libertà di pensiero, la legge si vota in due minuti».