Decreto concorrenza 2021: il governo riscrive le regole e scatena subito la rabbia dei tassisti
Promuovere lo sviluppo della concorrenza, anche al fine di garantire l’accesso ai mercati di imprese di minori dimensioni; rimuovere gli ostacoli regolatori, all’apertura dei mercati. Garantire la tutela dei consumatori. Sono gli obiettivi del decreto concorrenza 2021 che il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ha approvato oggi.
Si tratta di uno dei principali obiettivi presi dal governo nel Pnrr, con il quale si è impegnato ad affrontare, entro la fine dell’anno, norme sui seguenti settori: servizi pubblici locali; energia; trasporti; rifiuti, avvio di un’attività imprenditoriale; vigilanza del mercato.
Il testo, si legge nella nota di Palazzo Chigi al termine del Cdm, interviene sulla rimozione delle barriere all’entrata dei mercati, sui servizi pubblici locali, su energia e sostenibilità ambientale, sulla tutela della salute, sullo sviluppo delle infrastrutture digitali e sulla rimozione degli oneri e la parità di trattamento tra gli operatori.
“Avviamo un’operazione di trasparenza, e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze”. Lo ha detto il premier Mario Draghi in apertura del Cdm. “Il provvedimento di oggi contiene poi molte misure utili, in un ampio raggio di settori. Adempiamo a tutti gli obblighi che avevamo assunto con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Lo ha detto il premier Mario Draghi introducendo in Consiglio dei ministri l’esame del ddl sulla concorrenza. “L’operazione di “trasparenza” su spiagge, acque minerali e termali, frequenze nell’ambito della legge sulla concorrenza è “un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il governo della maggior parte delle concessioni”.
Taxi sul piede di guerra contro il decreto concorrenza
“Siamo già sul piede di guerra e stiamo già valutando le forme di mobilitazione da mettere in campo” per contrastare questo provvedimento “che colpirà il nostro settore in modo devastante” : “metteremo in campo tutte le nostre forze per contrastare queste misure”. Ad affermarlo all’Adnkronos è il coordinatore dell’Usb Taxi, Riccardo Cacchione che boccia le misure che sarebbero contenute nel ddl concorrenza e che prevederebbero “una devastante liberalizzazione” per i servizi di taxi e Ncc.
Trasparenza e mappatura delle concessioni: il provvedimento prevede una delega al Governo per costituire un sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni, al fine di promuovere la massima pubblicità e trasparenza dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori. Il decreto legislativo che ne seguirà dovrà, tra l’altro, definire l’ambito oggettivo della rilevazione includendo tutti gli atti, i contratti e le convenzioni che comportano l’attribuzione a soggetti privati o pubblici dell’utilizzo in via esclusiva del bene pubblico; prevedere la piena conoscibilità della durata, dei rinnovi in favore di un medesimo concessionario, di una società controllata dal concessionario o di un suo familiare diretto, del canone, dei beneficiari, della natura della concessione, dell’ente proprietario e, se diverso, dell’ente gestore, nonché di ogni altro dato utile a verificare la persistenza in favore del medesimo soggetto delle concessioni e la proficuità dell’utilizzo economico del bene in una prospettiva di tutela e valorizzazione del bene stesso nell’interesse pubblico.
Servizi pubblici locali e trasporti: cosa cambia
Concessione dei servizi portuali: Il decreto concorrenza prevede che le concessioni per la gestione dei porti siano affidate sulla base di procedure ad evidenza pubblica garantendo condizioni di concorrenza effettiva. Le concessioni devono essere affidate, previa determinazione dei relativi canoni e pubblicazione di un avviso pubblico, sulla base di procedure concorrenziali.
Concessione di distribuzione del gas naturale: l’articolo introduce regole ulteriori di trasparenza e ritorno degli investimenti nelle procedure di affidamento del servizio di distribuzione del gas per favorire lo svolgimento delle gare. In particolare, si introducono incentivi in favore dell’ente locale al fine di procedere in maniera tempestiva allo svolgimento delle gare, soprattutto con riguardo alla valutazione economica delle reti e degli impianti di distribuzione.
Concessioni idroelettriche: il decreto concorrenza stabilisce che le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche si svolgono secondo parametri competitivi, equi e trasparenti, sulla base di un’adeguata valorizzazione economica dei canoni concessori e di un’idonea valorizzazione tecnica degli interventi di miglioramento della sicurezza delle infrastrutture esistenti. Il percorso di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche deve essere avviato entro il 31 dicembre 2022: decorso tale termine, il Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili promuove l’esercizio dei poteri sostituivi.
Servizi pubblici locali e trasporti: il decreto concorrenza mira ad assicurare una maggiore qualità ed efficienza nell’erogazione dei servizi pubblici locali, prevedendo una serie di norme finalizzate a definire un quadro regolatorio maggiormente coerente con i principi del diritto europeo. Particolare attenzione è posta al trasporto pubblico locale, anche non di linea.
In questa prospettiva si introducono norme finalizzate a ridefinire la disciplina dei servizi pubblici locali, al fine di rafforzare la qualità e l’efficienza e razionalizzare il ricorso da parte degli enti locali allo strumento delle società in house, anche attraverso la previsione dell’obbligo di dimostrare, da parte degli enti medesimi, le ragioni del mancato ricorso al mercato, dei benefici della forma dell’in house dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi e dei risultati conseguiti nelle pregresse gestioni attraverso tale sistema di auto-produzione; ridefinire la disciplina in materia di trasporto pubblico non di linea, anche al fine di adeguare l’assetto regolatorio alle innovative forme di mobilità; incentivare l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale mediante procedure di evidenza pubblica; devolvere a procedure conciliative gestite dall’Autorità dei trasporti la definizione di controversie tra operatori economici che gestiscono reti, infrastrutture e servizi di trasporto e utenti o consumatori; rafforzare i controlli in sede di costituzione di nuove società in house da parte delle amministrazioni pubbliche.
Gestione dei rifiuti: la filiera cambia
Sostenibilità ambientale – centraline elettriche: il decreto concorrenza dà un impulso alla realizzazione della rete delle centraline elettriche. In particolare, l’articolo in questione detta criteri per la selezione degli operatori che si occuperanno dell’installazione di infrastrutture di ricarica elettrica da parte degli enti locali e dei concessionari autostradali in modo che la scelta avvenga tramite procedure competitive trasparenti e non discriminatorie.
Servizi di gestione dei rifiuti: Si propone di promuovere l’introduzione di una maggiore concorrenza nella filiera di gestione dei rifiuti, in modo da favorire il perseguimento degli obiettivi conseguenti alla diffusione dell’economia circolare. In particolare, con riguardo alle utenze non domestiche, si riduce da cinque a due anni la durata minima degli accordi che le utenze non domestiche devono stipulare per la raccolta e l’avvio a recupero dei propri rifiuti al fine di favorire un maggiore dinamismo concorrenziale nell’offerta di tali servizi. Con riguardo al servizio di gestione integrata dei rifiuti, si rafforzano gli standard qualitativi per l’erogazione delle attività di smaltimento e recupero attribuendo specifiche competenze regolatorie all’Arera.
Il decreto concorrenza interviene anche in materia di salute in diversi punti: agevola l’accesso all’accreditamento delle strutture sanitarie private e introduce criteri dinamici per la verifica periodica delle strutture private convenzionate; supera l’attuale obbligo per il titolare dell’autorizzazione alla distribuzione all’ingrosso di detenere almeno il 90% dei medicinali in possesso di una Aic, riducendo il vincolo ad un assortimento idoneo a rispondere alle esigenze territoriali; elimina gli ostacoli all’ingresso sul mercato dei farmaci generici; incentiva le aziende farmaceutiche alla definizione del prezzo di rimborso (che è negoziato con Aifa), prevedendo che in caso di inerzia sia applicato l’allineamento al prezzo più basso; elimina la discrezionalità di individuazione dei dirigenti medici, prevedendo che essi siano selezionati da una commissione composta dal direttore sanitario dell’azienda interessata e da tre direttori di cui almeno due provenienti da diversa regione, assegnando l’incarico al candidato che abbia ottenuto il punteggio più alto.