Deputato M5s con il green pass scaduto: per votare la fiducia costretto a un tampone rapido
Entra alla Camera col green pass scaduto per votare la fiducia al decreto green pass: è successo a un deputato M5s. Il parlamentare, come racconta Adnkronos, si sarebbe presentato a Montecitorio con una certificazione verde non più valida: in Aula era previsto il voto di fiducia sul decreto green pass.
Il deputato M5s, su richiesta dei commessi, sarebbe uscito dalla sede di Montecitorio per effettuare il tampone: ottenuto il nuovo green pass, avrebbe fatto ritorno alla Camera per votare la fiducia al governo. Alla Camera, un’altra eletta nei Cinquestelle, poi passata al gruppo misto, Sara Cunial, ha fatto della battaglia no vax la sua ragione di vita (politica).
Eletti M5s e green pass: un rapporto travagliato
Non è la prima volta che esponenti eletti nel M5s incappano in incidenti diplomatici per il green pass. All’Ars siciliana, nell’ottobre scorso, ben due si sono rifiutati di esibire il certificato vaccinale per entrare a Palazzo dei Normanni. E, come prevede il regolamento è stato impedito loro l’ingresso alla sede dell’Assemblea siciliana. Poi hanno deciso di formalizzare la denuncia “per abuso” alla Questura di Palermo. Si tratta di due deputati regionali Angela Foti, vice presidente dell’assemblea siciliana, e Sergio Tancredi, capogruppo di Attiva Sicilia, entrambi in quota Movimento 5 Stelle. La segreteria generale dell’Ars ha risposto alla richiesta del deputato Tancredi sostenendo di applicare i provvedimenti nazionali.
Da Sara Cunial a Barillari: chi sono gli ex grillini no vax
Sorte ancora più definitiva e plateale per Davide Barillari. Il consigliere regionale (ex M5s) non potrà più prendere parte all’attività istituzionale della Regione Lazio, sempre per la mancanza del certificato verde. “Con oggi, 26 ottobre 2021, termino la mia attività istituzionale nella sede del Consiglio Regionale del Lazio – ha annunciato Barillari -. Fino a quando? Mi hanno buttato fuori dal mio ufficio, perché non ho il green pass, e mi negano anche il diritto a partecipare in videoconferenza alle sedute d’Aula e delle Commissioni”.
Proprio il M5s con alcuni esponenti di spicco che hanno fatto poi dietrofront, hanno fatto della campagna contro l’obbligo vaccinale uno dei loro cavalli di battaglia elettorali. La maggioranza si è allineata per amor di poltrona alle direttive del governo: tuttavia, come prova il caso del deputato no vax di oggi, una minoranza silenziosa (e nascosta) ancora manifesta la sua contrarietà ai vaccini.