Di Battista lavora a un nuovo movimento e sfida gli ex compagni: «Il ddl Zan non è una priorità»
In ottima forma, per nulla pentito di aver lasciato il movimento, Alessandro Di Battista è al lavoro per un nuovo soggetto politico. Distante dal partito di Conte-Di Maio diventato una costola del Pd lettiano.
Di Battista al lavoro per un nuovo movimento
“Il primo incontro del mio tour è andato molto bene, c’era gente in attesa fuori della sala. Ho scelto Siena perché è un esempio lampante della commistione tra politica e finanza. C’è la necessità di nuove battaglie e di costruire le fondamenta per qualcosa di concreto. Se poi dovessero essere solide, quelle fondamenta, allora potremo costruire qualcos’altro. Non escludo la nascita di un altro movimento”. Così Dibba in un’anteprima dell’intervista pubblicata sul nuovo numero del settimanale di The Post Internazionale. Non si sbilancia ancora sui compagni di strada. “Davide Casaleggio è un amico, lo stimo. Mi trovo in sintonia con lui sulla democrazia diretta. Ma è prematuro dire se sarà dei miei”.
Entrare al governo è stato un tradimento
Nel mirino, ancora una volta, l’amico-nemico Di Maio. Accusato di essere troppo zelante nei confronti di Draghi. “Ho rifiutato molte volte esperienze di governo per ragioni di coerenza, quindi ora meno che mai”, dice Di Battista. Meglio isolati che in un indecoroso assembramento, insiste convinto che l’ingresso al governo dell’ex governatore della Bce sia stato un tradimento. Un esempio? “Il Sì degli iscritti al movimento perché nascesse il governo era legato in larga parte al tema della transizione ecologica. Cosa rimane di quella promessa? Nulla”. L’ex parlamentare grillino torna ad attaccare la dirigenza del movimento. Lontano anni luce dallo smalto movimentista e anticasta delle origini.
Di Maio non perde occasione per elogiare Draghi
“I dirigenti del Movimento dovrebbero fare un recall per verificare se gli iscritti M5S, a distanza di mesi, siano ancora a favore”. Nessun dubbio sulla fedeltà al governo di Luigi Di Maio. «È sempre stato favorevole, tanto che non perde occasione per elogiare Draghi”. Più felpato verso Conte. “Non si può ancora dire se la cura Conte ha fatto bene al Movimento”, aggiunge.
Il ddl Zan non è una priorità
Eretico anche rispetto alle parole chiavi della sinistra anti-sovranista. Di Battista prende le distanze dal furore della battaglia ideologica per la legge sull’omofobia. “Oggi l’emergenza numero uno nel Paese è una tregua nella guerra tra poveri. Una guerra oggi voluta dall’establishment”.
Insomma il ddl Zan non è una priorità. “Per me oggi sono prioritari i diritti economici e sociali. Ma avrei votato sì. I cori da stadio sono stato vergognosi. Dopodiché vorrei far notare che quelle stesse fazioni sono le stesse che 12 ore dopo applaudivano, insieme, per l’approvazione bipartisan della legge finanziaria con annesso il ritorno alla Fornero. Oggi lo Stato è completamente assente, perché il governo è a immagine e somiglianza di Confindustria“.