Di Maio nomina un “ambasciatore” per i gay. Il Maie: «Pensi ai problemi degli italiani all’estero»
Sapete qual è la maggiore preoccupazione degli italiani all’estero? Chi ha qualche dimestichezza, diretta o indiretta, con i nostri connazionali disseminati nell’orbe terraqueo sa bene che occorrono mesi per ottenere rilascio di un certificato o per iscriversi all’Aire, l’anagrafe dei residenti all’estero. E che del tutto inutile è l’uso del telefono o delle mail. All’uno e all’altra, è noto, non risponderà nessuno. Bene, di fronte a tale scatafascio che ti combina il prode Di Maio dalla scrivania di ministro degli Esteri? Procede – udite udite! – alla nomina di un inviato speciale per i diritti Lgbtiq+ nella persona di Fabrizio Petri (nella foto). Inutile rimarcare che ne sono seguiti commenti estasiati, fanfare festanti e campane a distesa. Tutti a salutare l’impegno della Farnesina, «contro intolleranze e discriminazioni», come orgogliosamente sottolineato dal sottosegretario Benedetto Della Vedova.
È il plenipotenziario Fabrizio Petri
«La comunità Lgbtiq+ italiana – incalza a sua volta la senatrice 5Stelle Alessandra Maiorino – deve sapere che nonostante lo spettacolo poco edificante offerto da una parte dell’aula del Senato, le istituzioni e lo Stato italiano sono al loro fianco. Grazie a Di Maio». E noi, ingenui, che credevamo che agli Esteri si occupassero di difendere e di valorizzare i nostri interessi nazionali. Anticaglie. Fortuna che c’è anche chi, come il senatore Ricardo Merlo, i problemi dei nostri connazionali nel mondo li conosce un po’ meglio. È stato eletto in una delle circoscrizioni disegnate dalla legge Tremaglia introduttiva del voto degli italiani all’estero.
Il senatore Merlo: «Di Maio si occupi della rete consolare»
Non stupisce perciò che abbia chiesto la nomina di un altro «inviato speciale», ma che questa volta «garantisca e difenda la maggioranza discriminata». Quale? «Quella che utilizza i servizi consolari», precisa Merlo. Non è una provocazione: inoltrerà ufficialmente la richiesta a Di Maio. «La discriminazione più sentita all’estero – ha ricordato – è quella degli italiani che non riescono a rinnovare un passaporto in tempi dignitosi e che vengono privati ogni giorno nei loro diritti». Vero. Il senatore parla di «odissea» ogni qualvolta bisogna certificare una firma o dichiarare la nascita di un figlio. «La rete consolare italiana nel mondo – conclude – è in uno stato disastroso». Ma viva Di Maio, che ha pensato ai Lgbtiq+.
Nota di servizio per la sinistra: il senatore Merlo è la stessa persona che aveva creato il gruppo a sostegno dell’abortito Conte-ter al Senato. Riflettere bene prima di dichiararlo omofobo.