Fedez, nel nuovo album un pezzo con battute su Renzi, Salvini e sul libro di Giorgia Meloni

26 Nov 2021 11:13 - di Redazione
Fedez

Nei giorni scorsi Fedez scherzava con la moglie sulle querele che il nuovo album gli avrebbe provocato e forse per questo, scaramanticamente, il pezzo-invettiva di ‘Disumano‘, uscito stanotte all’una e presentato in una diretta Instagram casalinga dai Ferragnez, si intitola ‘Un Giorno in Pretura‘ e ne ha per tutti, da Matteo Renzi a Giorgia Meloni, alla Lega.

Non a caso il brano inizia con un intro letta da Giuseppe Cruciani: “Tutti i personaggi e gli eventi di questa canzone sono del tutto immaginari. La seguente canzone contiene un linguaggio scurrile. E per il suo contenuto non dovrebbe essere ascoltata da nessuno”. Poi la citazione del renziano “first reaction: shock”, quindi l’affondo di Fedez sul leader di Italia Viva: “Io e mia mia moglie siam tutti esauriti, tutti i desideri esauditi. Come Renzi quando si è preso ottantamila petroldollari sauditi (Ahi!)“. E ancora: “Un ex-premier che fa complimenti sotto dettatura, a una cazzo di dittatura. Che cattura e taglia la testa ai gay perché contro natura (Rinascimento)”.

Nel testo, in cui Fedez ricorda sia Giulio Regeni che Federico Aldovrandi e dedica un passaggio ironico ad Andrea Bocelli e alle sue performance a margine di assemblee dell’Onu e dell’Unesco (“Bocelli è come portare lo spumante se ti invitano a cena (Buonasera, buonasera)/L’unica differenza tra lo spumante ed Andrea/E’ che Andrea, va ad un’assemblea, che è una messa in scena/Dove si grida: ‘Bill Gates è un’aliena, che ci spara il 5G in vena'”.

Poi il passaggio sulla Meloni: “Quanto m’hanno rotto il c-Amazon/Voi lo arricchite sto Amazon/Io mi faccio arricchire da Amazon/La Meloni che grida: “Allo scandalo, boicottate la mafia di Amazon, e comprate il mio libro ‘Io sono Giorgia’. ‘Oddio ma è primo su Amazon!'”, recita il brano. Infine la Lega e la ‘legittima difesa’: “E pensare che l’eutanasia in Italia sembrava una cosa utopistica. Quando per morire ti basta dare un pugno in faccia ad un assessore leghista“.

 

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