Galli della Loggia: perché non si può dire che Mussolini ha fatto anche cose buone?
Galli della Loggia è tornato sulla questione “fascismo” con l’editoriale di domenica sul Corriere della sera. Stavolta non si tratta dell’ennesimo esame del sangue alla destra di Fratelli d’Italia. In questo articolo lo storico intende confutare la tesi di un “fascismo eterno” da agitare come spauracchio a seconda delle convenienze.
Galli parte da un’affermazione di Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, che poteva permettersi di dire che «Stalin non commise solo errori ma fece anche delle cose buone ».
Ma l’Italia corre davvero il pericolo di tornare al fascismo?
“Perché mai invece – scrive Galli della Loggia – dire di Mussolini che «ha fatto anche delle cose buone» dovrebbe essere la prova allarmante che gli italiani non hanno mai smesso di essere fascisti, e che perciò l’Italia intera corre sempre il rischio di divenire tale? Precisamente questa, come si sa, è la convinzione cara a una certa pubblicistica democratica, in modo particolare di sinistra, ripresa con grande vigore polemico negli ultimi tempi”.
Il fascismo ha fatto cose buone: dall’Iri al liceo classico, perché non dirlo?
E ciò allo scopo di dimostrare l’esistenza “di una sorta di fascismo eterno”. Eppure, incalza Galli, “negare la realtà non ha mai fatto bene a nessuno: tradisce solo un’intima insicurezza nelle proprie idee e nei propri valori. Dunque si può e si deve tranquillamente ammettere che, sì, il fascismo fece anche delle cose buone (e si può aggiungere che sarebbe stata un’impresa davvero strepitosa non riuscirne a fare neppure una nella bellezza di venti anni?). La creazione dell’Iri e di Cinecittà, la legge bancaria del ’36, la bonifica di centinaia di migliaia di ettari di terreni paludosi, le colonie marine, il rafforzamento di tutte le precedenti forme previdenziali, l’introduzione degli assegni familiari, l’istituzione del liceo classico, furono tutte ottime cose. E anche l’idea che i treni debbano arrivare in orario non è certo in sé da buttar via”.
Galli della Loggia: dopo 70 anni dobbiamo avere paura delle trasvolate di Italo Balbo?
Non si è “bravi antifascisti” – afferma ancora l’editorialista del Corriere – “solo credendo che la storia sia sempre tutta bianca o tutta nera, cioè credendo una cosa che nel novanta per cento dei casi è una palese idiozia, e che pertanto se del fascismo non si ha una visione come del male assoluto, di una sequela ininterrotta di errori e di malefatte allora vuol dire essere già dalla sua parte”.
Bisogna avere più fiducia nel desiderio di libertà degli italiani contro le dittature senza “presentarsi come i rappresentanti del bene in contrapposizione al male”. “Davvero la Repubblica – conclude Galli della Loggia – deve avere paura ancora oggi, dopo settant’ anni, del ricordo della bonifica pontina e delle trasvolate di Italo Balbo?“