Giorgetti sogna la Lega nel Ppe e avvisa Salvini: “Scelga se recitare con Bud Spencer o Meryl Streep”

2 Nov 2021 13:08 - di Giovanni Pasero
Giorgetti Salvini

«Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l’era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Questa scelta non è ancora avvenuta perché, secondo me, non ha ancora interpretato la parte fino in fondo. Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso».  Lo afferma il ministro per lo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervistato da Bruno Vespa per il libro “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)” in uscita il 4 novembre da Mondadori Rai Libri.

Giorgetti vuole staccare Salvini dalla Le Pen

«Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo, Salvini – insiste l’esponente dell’Esecutivo – deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo Gruppo. Ma l’alleanza con l’Afd non ha una ragione”. Finora la svolta europeista “è un’incompiuta». Il leader del Carroccio «ha certamente cambiato linguaggio. Ma qualche volta dice alcune cose e ne fa altre. Può fare cose decisive e non le fa».

“La sfida con la Meloni? Sono finiti i tempi dei western”

Quanto ai rapporti con Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia e la concorrenza con la Lega, «i western stanno passando di moda. Secondo me, sono finiti con Balla coi lupi. Adesso – ribadisce Giorgetti – in America sono molto rivalutati gli indiani nativi».

La Lega nel Ppe? «È un’ipotesi che regge se la Cdu non si sposta a sinistra. Armin Laschet, il candidato sconfitto alle elezioni, è un’espressione della nomenklatura del partito. C’è fermento, gli elettori chiedono una partecipazione dal basso, ci si aspetta che si guardi a destra più che a sinistra. La Cdu deve ricrearsi una natura liberale, moderata e conservatrice. Anche guardando al Partito popolare europeo. Io non ho bisogno di un nuovo posto. Io voglio portare la Lega in un altro posto».

Il ministro leghista sciorina metafore a più non posso in questa conversazione con Vespa. Con Matteo Salvini, dice ancora Giorgetti, «continueremo a lavorare così» e a «mantenere un binario comune finché il treno del governo viaggia veloce, altrimenti rischiamo noi di finire su un binario morto». E ancora, nel Carroccio, «non ci sono due linee. Al massimo, sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche, direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io, per esempio, ho sempre amato Andrea Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist».

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