Il sospetto di La Russa sulla variante Omicron: la useranno come alibi per rinviare il voto del Colle

29 Nov 2021 19:59 - di Bianca Conte
La Russa

La Russa, la variante Omicron? Lo dice forte e chiaro in tv: la useranno come alibi per evitare il voto sul Quirinale. L’ombra del sospetto si abbatte sulla variante Omicron. O meglio, incalza il dubbio di una possibile strumentalizzazione a fini politici dell’ultima mutazione del Sars Covid-2. Qualcosa di più di un semplice presentimento, quello che avanza Ignazio La Russa (Fdi) ospite di Myrta Merlino in collegamento con lo studio de L’aria che tira su La7. Il senatore, infatti, memore di quanto già accaduto in piena crisi di governo – erano gli ultimi giorni dell’agonizzante Conte bis – partendo proprio dalla citazione di un articolo del Corriere della Sera, firmato Massimo Franco, allude alla concreta possibilità che anche questo esecutivo in carica possa utilizzare il nuovo caso epidemiologico come «alibi per riproporre un’ingessatura istituzionale».

La Russa, il sospetto che la variante Omicron funga da alibi per evitare il voto sul Colle

«Come mai tanto rumore per questa Omicron?», è la domanda che il senatore di Fdi si pone e rivolge al tempo stesso alla conduttrice in ascolto. Un dubbio che solleva a valanga un sospetto mai sopito da almeno un anno e mezzo all’interno della comunità di Fratelli d’Italia: quello del rinvio sine die delle elezioni che possano riportare gli italiani democraticamente al voto. Un timore che, in questo caso, e in questi giorni di timori legati alla nuova incognita virale proveniente dal Sudafrica, si eleva al quadrato. E che la Russa riassume e rilancia in un ulteriore interrogativo: «Vogliono trasformare la variante Omicron in una variabile per il Quirinale? Vogliono usare la pandemia come alibi per riproporre un’ingessatura istituzionale?».

La Russa a “L’Aria che tira” pone dubbi e ipotizza il retroscena di Palazzo

Già, perché come chiaro a tutti. E come rilanciano in queste ultime rumors e retroscena secondo cui il Parlamento e la maggioranza di governo, con l’Italia sull’orlo di una nuova emergenza sanitaria, potrebbero preferire la conferma di Sergio Mattarella al Quirinale, costretto a un bis “alla Napolitano” nonostante i no annunciati a confermati dall’inquilino del Colle in queste ultime settimane. E, dunque, con l’attuale Mario Draghi nel caso confermato premier fino alla fine della pandemia. Che, dunque, andrebbe avanti inesorabilmente fino alla scadenza naturale della legislatura: a marzo 2023. Uno scenario inquietante, e non solo da punto di vista sanitario, che serpeggia nel Palazzo…

«Vogliono trasformare la variante Omicron in una variabile per il Quirinale?»

Nonostante – sottolinea un sospettoso e scaltro La Russa le evidenze scientifiche sulla variante Omicron puntino a rassicurare sulla pericolosità e sulla letalità dell’ultima mutazione del virus. E malgrado quanto fin qui acclarato dalla presidente dei medici del Sudafrica, ossia colei che l’ha individuata e analizzata. E che il senatore tra i fondatori di Fdi, cita su La7 spiegando: «La variante Omicron non produce gravi conseguenze. Provoca una malattia leggera senza sintomi importanti». Ma allora, perché mai, senza sufficienti evidenze scientifiche condivise, ci si dovrebbe attrezzare per riportare l’Italia a drastiche restrizioni, addirittura condizionando fino al congelarlo, il voto per l’elezione del Presidente della Repubblica, prevista per fine gennaio 2022?

Un dubbio che un articolo di Massimo Franco conferma con un titolo evocativo…

Perché, come ebbe a dire magistralmente un capitano di lungo corso della politica come Giulio Andreotti, «a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca». Non a caso, La Russa pone il dubbio con un interrogativo. Lo stesso che si è posto anche Massimo Franco nel suo articolo sul Corriere citato dal senatore Fdi. E stigmatizzato da un titolo che è, per l’appunto, tutt’altro che dubitativo. E semmai parecchio evocativo di qualcosa di già visto e sentito: “La pandemia come alibi di una ingessatura istituzionale per schermare l’impotenza dei partiti”…

 

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