Irene Pivetti, il gip di Milano restituisce i 4 milioni di euro e non convalida il sequestro

29 Nov 2021 19:18 - di Redazione
Pivetti

Il gip di Milano, Giusy Barbara, non ha convalidato il sequestro preventivo di 4 milioni di euro a carico dell‘ex-presidente della Camera, Irene Pivetti e di un suo consulente, Pier Domenico Peirone, indagati per riciclaggio, autoriciclaggio e frode fiscale ed ha quindi restituito la somma sequestrata ritenendo, contrariamente all’impostazione della Procura, che il reato contestato debba avere una diversa qualificazione.

Il sequestro dei 4 milioni di euro era scattato a metà novembre, ma il gip – riferisce ora il difensore della Pivetti, l’avvocato Filippo Cocco – non ha convalidato il sequestro.

L’indagine della Procura di Milano si era focalizzata su tutta una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di 3 Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite, secondo l’impostazione accusatoria dei pm milanesi, per una presunta evasione.

Secondo la Procura di Milano, Irene Pivetti avrebbe avuto ancora la «concreta possibilità di spostare» soldi «sui conti correnti» aperti all’estero e «intestati alle società del cosiddetto Gruppo Only Italia», a lei riconducibile, o «su conti di altri prestanome o di cosiddette tesorerie fiduciarie» per «moltiplicare» gli affari «illeciti» di un «opaco reticolato di società».

Un’impostazione che il gip non ha condiviso.

Il 18 novembre scorso la guardia di Finanza di Milano aveva notificato gli avvisi di conclusione dell’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Tarzia, a carico di Irene Pivetti, del pilota di rally Leonardo Leo Isolani e di altre cinque persone, tra cui un notaio e un consulente finanziario.

Interpellata dall’AdnKronos, il 19 novembre scorso, Irene Pivetti, si era detta “davvero molto serena” assicurando di avere “piena fiducia nel lavoro dei magistrati”.

“È importante che vi sia una indagine accurata, che possa fare piena chiarezza su chi ha delle responsabilità, e su come si sono svolti i fatti – aveva aggiunto la Pivetti. – Sono felice di poter essere ascoltata non appena il magistrato riterrà di sentirmi, per rispondere su ogni questione”.

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