La Boschi tra lapsus, vittimismo e furia, contro Di Maio e M5S: io massacrata e fango su Iv (video)
Alla Leopolda alla sua undicesima edizione, in chiusura oggi, in attesa del discorso conclusivo di Renzi il palco è tutto per Maria Elena Boschi. Che nell’avvio della terza ed ultima giornata della kermesse, organizzata dal leader di Italia Viva nella vecchia stazione ferroviaria di Firenze, appare indecisa tra il fare la vittima e il piagnisteo (che paga sempre). Oppure mostrare gli occhi del lupo sotto il manto dell’agnello. Così, nell’attesa di scegliere a quale immagine affidare modi e toni del suo intervento, incappa in un lapsus che, commenta la stessa bella Meb, «la perseguiterà nei prossimi giorni». E cioè quando, presentando l’ospite a cui cedere il microfono e passare il testimone, presenta Lucia Annibali – capogruppo commissione Giustizia alla Camera e responsabile Giustizia di Iv – come esponente del Partito democratico (video postato in basso da Youtube) …
La Boschi alla Leopolda tra lapsus, vittimismo e intemerata
Ma non sarà la Annibali – lapsus a parte – per quanto accreditata allo schieramento ami-nemico del Pd, la vera vittima del discorso della Boschi, ci mancherebbe… La bella Meb ha in mente bel altro. E risolto il dilemma amletico tra il presentarsi docile e suadente o mostrarsi agguerrita e pungente, la Boschi opta per una soluzione cerchiobottista: e apre il suo intervento celebrando il suo sacrificio sull’altare della politica e di Italia Viva. «Sono stata massacrata per anni. E ci sono delle responsabilità precise: i responsabili politici sono quelli che hanno lucrato su questo, i populisti. Qual era la verità lo sapeva la stampa e lo sanno i signori della politica che hanno ridotto Mps nelle condizioni in cui è. E sono gli stessi di quella sinistra che hanno fatto la guerra dentro e fuori, D’Alema e i suoi amici».
Indice puntato contro il fuoco “amico” del Pd e la macchina del fango di Casalino e Di Maio
Scaldati i motori, ora la capogruppo di Iv alla Camera, spinge sull’acceleratore e incalza citando la vicenda del crac di Banca Etruria. Quella che ha coinvolto il padre Pier Luigi, ma poi la sua posizione è stata archiviata. Sulla vexata quaestio la Boschi sgrana gli occhi e parla di «macchina del fango di Casalino e Di Maio». Un meccanismo, a sua detta, azionato «volontariamente e coscientemente». Aggiungendo come gli ex alleati di quanto militava nel Pd, «hanno cercato di massacrarmi come donna e persona perché non ci riuscivano sul merito, sul mio lavoro parlamentare». E via con un’altra auto-celebrazione che marca l’intemerata. E che offre l’assist dialettico per proseguire e attaccare gli ex commilitoni pentastellati, alleati nel governo Draghi arcobaleno.
La Boschi sull’inestricabile conflitto tra Renzi e Conte, Iv e M5S
Un chiaro sintomo che slatentizza, una volta di più, la crisi dei rapporti tra Iv e M5S. E, in particolare, tra Renzi e Conte, con l’ex premier grillino che non riesce a perdonare il leader dem di averlo disarcionato dal cavallo in cui si era comodamente parcheggiato a Palazzo Chigi. E allora: «La macchina del fango l’hanno fatta loro. I Casalino. Di Maio. La bestia di Morisi e Salvini. Noi l’abbiamo subita, ma non ci fanno paura», si lancia la Boschi all’arrembaggio degli applausi della platea. A cui a stretto giro fa sapere: «Siamo ancora qui e continueremo a batterci per le nostre idee. È l’ora di dire basta, Basta!», intima Meb dal palco della Leopolda, in un intervento da lei stessa definito «personale», ricostruendo le campagne di cui denuncia di essere stata vittima di “fake news” e avversari politici.
«La mia figura pubblica è stata compromessa. È irrecuperabile»
Poi, entrando nel dettaglio dell’invettiva, prosegue: «La mia figura pubblica è stata compromessa. È irrecuperabile. Sono stata stritolata nella gogna mediatica… con una campagna social organizzata scientificamente per screditarmi». E finalmente, dopo un lungo, generico additare, punta l’indice contro un soggetto in particolare: Luigi Di Maio. Al quale, svelando un inedito retroscena fatto di scuse mancate e saluti negati, la Boschi manda a dire: «Peccato che quando ci incontriamo faccia fatica a chiedere scusa a me per quello che ci ha fatto».
«La gogna mediatica contro di noi era organizzata e diffusa»
Può bastare? Neanche per sogno. C’è ancora tempo e spazio per riprendere la polemica scatenata dal M5S sul suo blog di riferimento e le 13 domande “scomode” poste al leader di Iv. La Boschi, tra le prime transfughe dal Pd al partito di Renzi, vuole togliersi il sassolino dalla scarpa. E scoprire, rivela alla sala della Leopolda, «chi ha creato profili falsi. Mandato migliaia di mail nella notte». Quel qualcuno che, «magari non sarà troppo lontano da quel Luigi Di Maio che aveva chiesto l’impeachment nei confronti del presidente della Repubblica».
L’affondo al M5S: «E quei profili falsi contro Mattarella…»
Del resto, già nelle scorse ore Matteo Renzi si era espresso in merito con la stessa accusa: e puntando il dito contro i pentastellati poiché ritiene abbiano creato una campagna social con profili non veri: «Vogliamo dire chi aveva i profili falsi quando Luigi Di Maio lanciò l’impeachment contro Sergio Mattarella? Il M5S»… E allora la Boschi conferma e rilancia. Del resto, chiosa la deputata di Iv, «trovo un po’ vigliacco il silenzio di qualche ingrato… Io invece la faccia ce la metto ancora». e a giudicare da quest’ultima performance, anche la voce…
Sotto un video della Boschi alla Leopolda da Youtube