La “guerra” tra Atene e Londra sui marmi del Partenone a una svolta: cosa offre in cambio la Grecia

16 Nov 2021 20:55 - di Augusta Cesari
guerra dei marmi del Partenone

La restituzione dei Marmi del Partenone alla Grecia riguarda il British Museum. E’ la posizione espressa oggi da Downing Street, che di fatto sembra ribaltare l’atteggiamento finora mantenuto dal governo britannico e recentemente ribadito anche dal premier Boris Johnson. Precedentemente la posizione della Gran Britanni era: non se ne parla neanche. La dichiarazione di oggi apre un altro fronte. Vedetevela con il British. Si sono incontrati  Johnson e il premier greco Kyriakos Mitsotakis, che in una recente intervista aveva reiterato la richiesta  di restituzione dei marmi e delle sculture “rubate” nel XIX secolo.

La “guerra” tra Grecia e Gb a una svolta

Londra si è sempre opposta alla restituzione dei tesori archeologici, prelevati dal Partenone e dall’Acropoli nel 1802 da Lord Elgin: ambasciatore britannico presso l’Impero Ottomano; e poi acquisiti dal British Museum. In un’intervista rilasciata a marzo al quotidiano greco Ta Nea, Johnson aveva detto: comprendo “i forti sentimenti del popolo greco e del primo ministro Mitsotakis, ma il governo britannico ha da tempo una posizione ferma sulle sculture: e cioè che esse vennero legalmente acquistate da Lord Elgin in base alle leggi dell’epoca; e che esse sono legalmente di proprietà del British Museum da quando vennero acquisite”.

Marmi del Partenone in cambio di alcune opere

Eppure, ad una domanda dei giornalisti, il portavoce del premier britannico ha risposto: “il possesso dei marmi è una faccenda che riguarda unicamente il museo. Non riguarda il governo britannico”. Alla vigilia della sua visita a Londra, Mitsotakis in un’intervista aveva ribadito la richiesta di restituzione dei marmi, offrendo in cambio al British Museum il prestito di alcuni tesori archeologici che finora non hanno mai lasciato la Grecia.

La “guerra” dei  marmi del Partenone dura da oltre due secoli

Al British Museum è esposta oltre la metà dei 160 metri di fregi che Fidia scolpì nel V secolo A.C. per conto di Pericle. I preziosissimi reperti subirono numerosi danni durante il trasporto, l’esposizione e i rozzi lavori di pulizia, che mutilarono i fregi di diversi dettagli. Fu l’inizio di una controversia lunga oltre due secoli che vide tra i protagonisti anche Lord Byron, che espresse forte riprovazione per quello che considerò un atto di vandalismo.

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