La Polonia accelera sul muro anti-migranti. Entro un mese la prima pietra: sarà lungo 180 chilometri
La Polonia avvierà entro l’anno la costruzione di un muro permanente al confine con la Bielorussia. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Mariusz Kaminski, spiegando che la costruzione si concentrerà inizialmente su quattro sezioni del confine, con lavori h24.
La Polonia ha già eretto una barriera temporanea al confine, per contrastare l’arrivo di migranti illegali. Realizzata in filo spinato, la barriera è alta 2,5 metri.
La Polonia ha stanziato 353 milioni di euro per il muro
Il ministero ha specificato che i contratti saranno firmati entro il 15 dicembre e che i lavori sul confine inizieranno nel corso del mese, andando avanti 24 ore al giorno su tre turni. La barriera ha un costo stimato di 353 milioni di euro e si prevede che si estenderà per 180 chilometri, circa la metà della lunghezza totale del confine tra Polonia e Bielorussia. Il mese scorso il Parlamento aveva dato il suo via libera alla costruzione della barriera.
Il confine fra Polonia e Bielorussia, che è anche una delle frontiere esterne dell’Ue, è lungo 418 chilometri. Una sua parte è delimitata dal fiume Bug.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha avuto un colloquio telefonico col presidente bielorusso Alexander Lukashenko sulla crisi dei migranti al confine orientale della Ue, tra Bielorussia e Polonia. A riferire del colloquio è la tv di stato bielorussa. Nella telefonata, durata circa 50 minuti, Merkel e Lukashenko hanno discusso di come evitare un’escalation della situazione e del sostegno umanitario per i migranti bloccati al confine. I due leader hanno concordato sull’opportunità di ulteriori contatti.
Contro il muro anti-migranti i vescovi italiani
E’ la prima volta che la cancelliera tedesca parla direttamente con Lukashenko, dopo le contestate elezioni presidenziali dell’agosto 2020. L’Unione europea non riconosce più Lukashenko come legittimo presidente della Bielorussia, a seguito dei “risultati falsificati” delle elezioni e della dura repressione attuata dalle forze di sicurezza di Minsk contro i manifestanti pacifici.
Monsignor Giancarlo Perego, presidente della Commissione Cei per le migrazioni definisce la scelta di Varsavia una “sconfitta dell’umanesimo su cui si fonda l’Europa. Una sconfitta della democrazia. Con la Polonia salgono ormai a dieci i paesi europei che si sono affidati a dei muri per la propria ‘sicurezza’: l’Ungheria, la Bulgaria, la Slovenia, l’Austria, la Macedonia, la Grecia, Estonia, Lituania, il muro spagnolo di Ceuta e Melilla. L’Europa dei muri è un’Europa che dimostra di cedere alla paura, un Europa in difesa da un mondo che cammina”.