La stoccata di Crosetto a Michela Murgia: «Una pericolosissima totalitarista a sua insaputa»

6 Nov 2021 20:17 - di Redazione
murgia crosetto

Una nuova puntata si aggiunge alla lunga serie di botta e risposta tra gli scrittori Massimiliano Parente e Michela Murgia, ai due lati opposti della visione sui diktat del politicamente corretto. In un recentissimo tweet Parente si è chiesto, e ha chiesto ai suoi follower, quanto giovi alla causa gay l’atteggiamento della collega, suscitando un certo dibattito sull’argomento e, anche, una risposta rivelatrice da parte di Guido Crosetto.

Crosetto: «Murgia è una pericolosissima totalitarista»

«Quanto fa bene alla causa dei diritti Lgbtq+ chiedere censure su libri o film o comici bollati come omofobici, transfobici, ecc? Io come scrittore è una vita che combatto contro parentefobici ma non ho mai chiesto la censura di nulla, neppure della Murgia, che ha chiesto la mia», ha twittato Parente. «La signora Murgia – ha commentato Crosetto – è una pericolosissima totalitarista, una dittatrice a sua insaputa, una persona che disprezza la libertà degli altri e le idee diverse dalla sua (singolare usato apposta)».

Lo scontro a distanza con Ricolfi

Non è chiaro se il tweet di Parente sia stato suscitato da un episodio in particolare. Certo è, in ogni caso, che visto l’attivismo censorio di Murgia non sarebbe servito qualche nuovo “pretesto” per la riflessione. L’ultimo caso eclatante, in ordine cronologico, è comunque quello che ha visto la scrittrice scagliarsi contro Luca Ricolfi che nel primo editoriale su Repubblica ha “osato” demolire una ad una le principali «varianti» del politicamente corretto, denunciandone inconsistenza intellettuale e tic grotteschi. «Gli epigoni meno dotati di senso del ridicolo, da qualche tempo attivi anche in Italia, aggiungono regole di comunicazione scritta tipo usare come carattere finale l’asterisco * (cari collegh*), la vocale u (gentilu ascoltatoru), o la cosiddetta schwa», ha scritto Ricolfi.

Ricolfi non ha nominato Murgia, grande paladina della schwa, ma comunque la scrittrice non l’ha presa benissimo. «Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare – ha cinguettato – che il clitoride ha 800 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio».

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