Le mani del Pd sul Cnr. Nuovi finanziamenti e super poteri alla presidente Carrozza, fedelissima di Letta
Il Pd allunga le mani anche sul Cnr, il principale ente di ricerca in Italia. Un’istituzione prestigiosa e ricca (gestisce centinaia di migliaia di euro) guidata da una lettiana doc, Maria Chiara Carrozza, già ministra dell’Università sotto il governo del leader dem.
Il Pd allunga le mani sul Cnr
Attraverso un emendamento all’ultima legge di bilancio il Cnr verrebbe svincolato dal controllo di garanzia del Parlamento. Per diventare appannaggio del governo di turno. Una sorta di super Cts diretto da palazzo Chigi. Si prevede infatti una riorganizzazione del carrozzone che affida poteri speciali al presidente. Dalla modifica dello statuto alla nomina del nuovo comitato strategico. Ben retribuito. A scoprire il blitz il giurista Giuseppe Valditara, già senatore di An ed esponente di Fli. Che a la Verità denuncia il rischio che il più importante ente di ricerca italiano venga sottratto al controllo del Parlamento. Che verrebbe completamente esautorato.
La rivolta dei ricercatori: così sparisce l’autonomia dalla politica
La mossa del Pd rischia di azzerare “decenni di sofferte e partecipate conquiste dell’autonomia della ricerca”, protestano i rappresentanti dei ricercatori. Con la riforma voluta da Letta sparisce l’autonomia dell’istituto dai partiti. Ma il Cnr fa gola. Vanta contributi statali per 600 milioni di euro all’anno. E ha un bilancio che tocca il miliardo. Quella contenuta nella legge di bilancio diventa una sorta di autoriforma, spiega Libero. Che stabilisce anche i compensi del nuovo Supervisory board che dovrebbe rilanciare l’ente. Si parla di 20.000 euro annui. Nonché eventuali rimborsi spese, nel limite massimo di 100.000 euro all’anno. La durata del piano sarà di 3 anni e dovrà essere sottoposta al monitoraggio da parte del ministero dell’Università e della ricerca. Al Parlamento viene sostituito il governo.
Pioggia di soldi pubblici: in arrivo 80 milioni di euro
La strategia dovrà essere adottata previo parere favorevole del Miur e quindi dal Mef. “In deroga alle disposizioni, normative e statutarie”. Infatti, sottolineano i ricercatori, il Cnr nella sua articolazione prevede già un consiglio di amministrazione, per 4-5 di nomina governativa, e un Consiglio Scientifico in fase di rinnovo. Ma non basta. La norma che si nasconde nelle pieghe della legge di bilancio prevede un altro regalo pubblico. Lo stanziamento di circa 80 milioni di euro, suddivisi negli anni. Dal 2022 è concesso un contributo di 60 milioni, 10 sono vincolati, ma altri 50 «sono utilizzabili per le finalità del piano di riorganizzazione e rilancio». Soprattutto per le spese di funzionamento del comitato strategico. Dal 2023 i contributi aumentano con un’ulteriore iniezione di 20 milioni di euro all’anno. La presidente Carrozza, fedelissima di Letta, ringrazia.