M5S, l’anarchia regna sovrana: Grillo diserta l’incontro con i gruppi. Conte sempre più solo
A Di Maio perdonano tutto e a lui niente. Il ministro degli Esteri è libero di attovagliarsi davanti a una pizza con il leghista Giorgetti per parlare di Quirinale, ma se lui tocca lo stesso argomento con il dem Bettini davanti ad una porzione di lasagne i 5Stelle insorgono come un sol uomo. Davvero dura la vita di finto capo per Giuseppe Conte. Tanto da costringerlo a ricorrere alla mozione degli affetti pur di riportare la tensione interna a livelli accettabili: «Dobbiamo restare uniti e solidali». È una parola. In realtà, il Movimento è in preda al caos.
Quando l’Elevato definì Conte «un incapace senza visione»
Tentare di mapparne la geografia interna è impresa ardua. Persino Di Maio, cui guarda la maggior parte dei peones terrorizzati dall’idea di dover tornare alle urne, sbaglia i tempi. La sua fuga in avanti sull’adesione del M5S ai socialisti europei non è piaciuta a Conte, che vi ha intravisto un ulteriore tassello della trama ordita dall’ex-capo politico per accreditarsi quale vero leader. Non ha torto, dal momento che non riesce a venire a capo dell’elezione del capogruppo alla Camera mentre su quello del Senato ha già perduto. Persino l’incontro (segreto) di Beppe Grillo con i gruppi parlamentari, fissato per stasera, è saltato perché qualcuno lo ha spiattellato ai giornali. Un’altra conferma della giustezza dell’analisi l’Elevato quando disse: «Conte non ha visione né capacità manageriali».
Il terrore delle urne
L’anarchia, insomma, regna sovrana. È fin troppo evidente che lo snodo dell’elezione del successore di Mattarella è vissuto come uno psicodramma. Le rassicurazioni di Conte, seguite ad una cauta apertura sull’ipotesi di eleggere Draghi al Colle, non hanno prodotto il risultato sperato. Resta forte il timore che la situazione sfugga di mano con il rischio di interrompere la legislatura ad un anno dalla sua scadenza naturale. Tra sondaggi deprimenti, taglio delle poltrone ed eccezioni sul divieto di terzo mandato la rielezione è per la stragrande maggioranza dei parlamentari poco più che un miraggio. Conte invoca calma e compattezza, ma il Titanic 5Stelle è lì che affonda. E proprio come allora, solo in pochi troveranno salvezza sulle scialuppe.