Marine Le Pen torna a correre nei sondaggi: «In realtà, Zemmour per me è un vantaggio»
Marine Le Pen ne è convinta: questa può essere la volta buona. Alla sua terza corsa per le presidenziali francesi, la seconda con lo stesso avversario, Emmanuel Macron, la leader del Rassemblement National spiega di vederlo davvero l’Eliseo, perché «oggi Macron suscita il rigetto più che qualsiasi altro candidato» e stavolta lei può anche giovarsi della candidatura di Eric Zemmour che, ne è certa, «gioca a mio favore». «Grazie a Zemmour i francesi stanno capendo che le mie posizioni sono ragionevoli, anche se ferme», spiega Marine Le Pen, ora che i sondaggi tornano a darla di nuovo in testa rispetto al giornalista e polemista ebreo franco-algerino, che all’inizio sembrava doverla scavalcare.
L’«imperdonabile disprezzo» di Macron per i cittadini comuni
Intervistata dal Corriere della sera, nella nuova sede parigina del Rassemblement National, Marine Le Pen ha spiegato perché le presidenziali del 2022 saranno profondamente diverse da quelle del 2017, benché tutti gli indicatori dicano che i due sfidanti saranno gli stessi: lei e Macron. L’attuale inquilino dell’Eliseo, infatti, si è rivelato in questi anni «il presidente degli interessi particolari, della finanza, e mai dell’interesse generale». «Macron – ha sottolineato Marine Le Pen – ha una forma di imperdonabile disprezzo per i cittadini comuni. Per non parlare della gestione catastrofica della pandemia».
Marine Le Pen: «La presenza di Zemmour è a mio favore»
Sostanzialmente, il mandato presidenziale ha dimostrato che Macron «non è stato il primo presidente del nuovo mondo, ma l’ultimo del vecchio mondo». Dunque, il presidente uscente «oggi suscita il rigetto più che qualsiasi altro candidato, molti voteranno per chiunque lo sfidi al secondo turno». In più c’è il fatto che «paradossalmente, la presenza di Zemmour gioca a mio favore», ha chiarito Le Pen, spiegando che grazie a lui «i francesi stanno capendo che le mie posizioni sono ragionevoli, anche se ferme». Dunque, Zemmour ha l’effetto di chiarire la differenza tra ideologia e pragmatismo, brutalità e fermezza, polemiche e progetto politico. «Poi, i suoi elettori costituiscono una riserva di voti. Penso che lui si fermerà sotto il 10 % al primo turno. Al secondo turno – ha ragionato Marine Le Pen – potrò contare sui suoi elettori. Nei sondaggi l’ho superato di nuovo e credo sia una tendenza di fondo».
La marcia indietro di Jean-Marie sul polemista
Anche il padre, Jean-Marie, dopo aver sostenuto che se Zemmour fosse arrivato al ballottaggio lo avrebbe appoggiato, oggi fa marcia indietro. «La posizione di mio padre è cambiata. Ha appena rilasciato un’intervista al Telegramme, un giornale francese, nella quale fa sapere che non crede che Zemmour possa arrivare al secondo turno», ha raccontato Marine, che sull’idea di aver esagerato con un’immagine troppo rassicurante e gentile rispetto a Zemmour, con tanto di gattini su Instragram, ha replicato: «Io sono gentile. Poi quell’account Instagram è privato. Semplicemente adoro i gatti, e li allevo. Altri dipingono, vanno in bicicletta o fanno jogging. Semmai, è vero il contrario, sono stata a lungo dipinta come il diavolo».
I primi tre provvedimenti all’Eliseo di Marine Le Pen
Ma quali saranno i primi tre provvedimenti una volta arrivata all’Eliseo? «Subito un referendum sull’immigrazione, con una modifica della Costituzione per garantire il primato del diritto francese su quello internazionale. Bisogna fermare – ha spiegato Le Pen – l’immigrazione illegale e anche quella legale, non sarò brutale né avventata ma ferma. Seconda priorità, il potere d’acquisto: i francesi sono schiacciati dalle spese obbligate, dalle bollette e dal pieno di benzina, e io farò abbassare l’Iva sull’energia dal 20% al 5,5%. Terzo dossier, cambiare l’Europa. Molti Paesi non allineati ai dogmi di Bruxelles si aspettano dalla Francia un progetto forte, in difesa della libertà, perché fa parte della nostra storia. Andrò a Bruxelles a ristabilire la sovranità delle nazioni».
Il progetto per l’Europa insieme a «Giorgia e Matteo»
Un progetto che Le Pen non può e non vuole portare avanti da sola e nel quale ricorda la collaborazione con Viktor Orban in Ungheria e con Matteo Salvini e Giorgia Meloni in Italia. «A che punto è la nascita del nuovo gruppo al Parlamento europeo?», è stata la domanda del corrispondente del Corriere della sera da Parigi, Stefano Montefiori. «Stiamo avanzando, dopo la firma in luglio di una Carta per l’avvenire dell’Europa, con me, Matteo, Giorgia, il partito di Orbán che è stata una novità importante, e altri. Non dobbiamo perdere – ha concluso Le Pen – l’appuntamento con la Storia».