Mattarella lancia segnali sul bis: Leone e Segni volevano la non rieleggibilità del Capo dello Stato
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Quirinale all’incontro di studio “Giovanni Leone. Presidente della Repubblica 1971-1978” nel ventesimo anniversario della scomparsa, ha lanciato segnali sulla figura del Capo dello Stato delineando anche un profilo di quelle che dovrebbero essere le “virtù” caratteristiche di tale figura istituzionale.
Come se, parlando dell’ex presidente Giovanni Leone, volesse in qualche modo indicare la strada anche al suo successore. “L’esercizio delle funzioni alle quali venne chiamato – ha detto Mattarella – portò anche alla definizione di Leone ‘uomo solo’. Forse la solitudine è coessenziale alla funzione di Presidente della Repubblica. Ma nessun uomo è solo se sceglie di mantenere la sua libertà, avendo come limite l’obbedienza alla propria coscienza”.
Nel messaggio inviato alle Camere – ha ricordato Mattarella – “tra gli altri temi trattati Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal Presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. Una puntualizzazione che sembra un preciso segnale a quanti sostengono l’ipotesi di un Mattarella-bis. Ipotesi che dunque lo stesso presidente uscente ritiene non percorribile.
Mattarella ha poi ricordato la campagna di fango contro Leone. Nel 1976 – ha detto – “aveva fatto irruzione, prima negli Stati Uniti d’America, il caso Lockheed, la multinazionale accusata di avere pagato tangenti a numerosi governi stranieri. Poi lo scandalo sbarcò in Italia per la individuazione della misteriosa figura di un uomo politico nascosto dietro uno pseudonimo. Venne fatto in maniera ignobile il nome di Giovanni Leone, pur sapendo come fosse del tutto estraneo alla vicenda, ed ebbe inizio una stagione di tentativi di delegittimazione che sarebbe culminata in attacchi serrati e sistemici alla figura del Presidente della Repubblica”.
“Difficile -ha poi aggiunto Mattarella riferendosi alla vicenda che portò alle dimissioni del suo predecessore- trovare una campagna giornalistica scandalistica e invereconda come quella diretta contro il Presidente Leone, secondo un modello altre volte registrato”.