Migranti, la minaccia di Lukashenko: «Se la Ue ci sanziona, la Bielorussia non le darà più il gas»
Assume toni sempre più truci lo scontro tra Bielorussia e Ue. Al ventilato (quinto) pacchetto di sanzioni nei confronti di Minsk, il dittatore Aleksandr Lukashenko ha risposto minacciando di interrompere il transito del gas verso l’Europa attraverso il gasdotto Yamal-Europe. Lo riporta la Tass, citando a sua volta l’agenzia bielorussa Belta. «Forniamo calore all’Europa, e per di più minacciano di chiudere la frontiera. E se interrompiamo l’erogazione di gas naturale lì?», avrebbe detto Lukashenko. Una ritorsione in piena regola, dunque. Praticamente, la Bielorussia pretende di avere mano libera nell’utilizzo dei migranti come massa di pressione verso i confini con Polonia e Lituania. Infatti, non appena la Ue ha adombrato nuove sanzioni, ha risposto con la minaccia.
A Lukashenko ha replicato Gentiloni
La reazione di Bruxelles alle parole del dittatore di Minsk è molto diplomatica. «Certamente non ci facciamo intimidire dalle minacce di Lukashenko», ha replicato Paolo Gentiloni, nella qualità di commissario Ue all’Economia. Per l’ex-premier «l’autonomia in campo energetico nel medio termine sarà fondamentale». E aggiunge: «Nel breve termine certamente dobbiamo lavorare per utilizzare al meglio le relazioni esistenti sia con il Nord Africa, che con la Norvegia e con la Russia».
Oggi si riunisce il Consiglio di Sicurezza Onu
Ma la Ue ha ancora un fronte da caldo. È quello aperto ieri da Manfred Weber, capogruppo tedesco del Ppe con la richiesta di innalzare un muro ad est con fondi europei. Oggi una portavoce di Bruxelles ha risposto picche pur precisando che la decisione è una «posizione politica e non giuridica». Condivisa dalla Commissione con il Parlamento europeo. Nel frattempo, della crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia si occuperà oggi il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Si tratta di una riunione di emergenza, dopo che Lukashenko ha ordinato di tracciare il movimento delle truppe della Nato e delle Forze armate polacche, avvicinatesi – a suo dire al confine bielorusso «con insolenza e senza avvertire nessuno».