Migranti, Meloni: «Un altro scandalo sul business dell’accoglienza. E la sinistra buonista tace»

6 Nov 2021 17:05 - di Agnese Russo
migranti meloni

Non un allarme astratto, ma «fatti concreti» che hanno «riscontri giudiziari». Giorgia Meloni torna a denunciare il «business dell’accoglienza», rilanciando la notizia dell’«ennesimo scandalo» emerso da Verona, dove la Guardia di Finanza ha compiuto il sequestro preventivo di 12 milioni di euro nei confronti di una società che del settore sportivo, impegnata nel servizio di assistenza e accoglienza ai richiedenti asilo.

Meloni: «Fermiamo il business sulla pelle dei migranti»

«Ennesimo scandalo legato al business dell’accoglienza. Questa volta i riflettori della Guardia di Finanza sono finiti su una società di Verona che sembrerebbe aver intascato illecitamente milioni di euro per l’accoglienza dei migranti», ha scritto Meloni sulla sua pagina Facebook, sottolineando che «quando parliamo del business dell’immigrazione clandestina, parliamo di fatti concreti che hanno, purtroppo, riscontri giudiziari». «Anche per questo – ha aggiunto la leader di FdI, rilanciando la notizia – denunciamo l’ipocrisia buonista della sinistra, spesso complice (vedi il pessimo “modello Riace”) di situazioni opache con illeciti e sperpero di denaro pubblico». «Fermiamo il business sulla pelle dei migranti, fermiamo l’immigrazione clandestina», ha quindi concluso Meloni.

La truffa sulla pelle dei migranti

In particolare, l’operazione della GdF nei confronti della società di Verona, giunta al termine di una indagine durata due anni, hanno chiarito i contorni di quella che è stata descritta come una ben architettata truffa perpetrata dalla società, affidataria insieme ad altre del servizio di accoglienza e assistenza ai cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale nella provincia di Verona negli anni 2016, 2017 e 2018 e, per questo, destinataria di una somma complessiva di 12.242.711 euro in relazione alla gestione di oltre 700 migranti. L’inchiesta della Procura di Verona, condotta sui reati di truffa aggravata nei confronti di un ente pubblico (la Prefettura di Verona), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e turbata libertà degli incanti, ha fatto emergere come la società intascasse i soldi, ma non erogasse i servizi richiesti, danneggiando quindi non solo le casse dello Stato, ma anche gli stessi migranti.

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