Migranti, rave, cortei: Lamorgese in tilt. Meloni: la petizione per le sue dimissioni è già a 150.000 firme

13 Nov 2021 18:25 - di Ginevra Sorrentino
Meloni Lamorgese
Sbarchi a raffica. Sfida dei rave party. Stretta sui cortei: Lamorgese in tilt. E Giorgia Meloni comincia a chiudere il cerchio: «La petizione per le sue dimissioni ha già raccolto 150.000 firme». La ministra è sotto osservazione e continua a deludere e indignare. I numeri degli sbarchi e la vergogna della mancata redistribuzione dei migranti, denunciano una realtà di fatto che, al netto di propagandistiche dissertazioni buoniste su solidarietà e accoglienza, persino il premier Draghi è arrivato a definire «insostenibile». Per non parlare della fallimentare gestione dell’ordine pubblico…

Meloni, la petizione per le dimissioni della Lamorgese è arrivata a 150.000 firme

Non solo. Il tradimento europeo sugli accordi di ricollocazione. E l’assordante silenzio di Paesi partner come la Francia e la Germania (con Parigi che rispedisce stranieri e profughi a Ventimiglia, e Berlino che ci ignora beatamente), per citarne due su tutti, ci hanno lasciato nelle mani della ministra Lamorgese. Che rilancia l’obbligo morale e politico dell’ospitalità, facendosi beffa di emergenza sanitaria, sicurezza, strutture di ricezione al collasso e residenti allo stremo. Così, ancora una volta oggi, stavolta dal palco milanese, Giorgia Meloni intervenendo all’evento organizzato da Fratelli d’Italia  con sindaci e amministratori locali della Lombardia, è tornata a rilanciare la petizione di Fratelli d’Italia. Ribadendo: «Continuiamo a chiedere le dimissioni del ministro Lamorgese, per le quali abbiamo già raccolto 150mila firme».

Meloni e la gestione fallimentare della Lamorgese

Tenuta saldamente in piedi all’interno della squadra di governo dal premier Mario Draghi, che le ha dimostrato il proprio sostegno, Luciana Lamorgese ora nel centro del mirino, bersagliata da critiche e polemiche per la discutibilità di molte delle sue ultime scelte, inefficaci quando non proprio contro-producenti. In testa a tutte la sua disastrosa gestione dell’emergenza migratoria. Acclarata dai numeri continuamente rinfocolati dal susseguirsi (compresi gli ultimi giorni) di sbarchi a raffica che hanno mandato definitivamente in tilt il già precario sistema dell’accoglienza. Una politica, quella della Lamorgese, che conferma ad ogni ok all’ingresso in un nostro porto, la convinzione radicata in migranti, ong, scafisti e trafficanti di esseri umani: di trovare sempre un approdo italiano disponibile allo sbarco.

«Con la sua gestione, l’Italia è un porto sicuro per gli immigrati clandestini. Ma un posto insicuro per gli italiani»

E non che sul fronte dell’ordine pubblico le cose vadano meglio. Lì si oscilla dal pugno duro scatenato nei confronti dei cittadini scesi in piazza per manifestare contro il Green Pass. E dagli idranti puntati contro i portuali in protesta. Alla disarmante “inadeguatezza” dimostrata con gli scandalosi casi dei rave party. Comportamenti diametralmente opposti eppure egualmente sbagliati e inefficaci. Un disastro per cui, ancora una volta, Giorgia Meloni torna a sottolineare: «Continuano gli sbarchi sotto gli occhi indifferenti del Ministro dell’Interno. Con la sua gestione, l’Italia è un porto sicuro per gli immigrati clandestini. Ma un posto insicuro per gli italiani. Sostieni la nostra mozione di sfiducia (www.sfiduciamolamorgese.it).

Migranti, Lamorgese, Ue: la replica della Meloni a Draghi che ha parlato di «situazione insostenibile»

Così come, in prima linea sul fronte della emergenza migranti, la leader di Fratelli d’Italia non ha mancato di rispondere a quanto asserito nei giorni scorsi dal premier Draghi, che ha parlato di «sbarchi continui sull’Italia che rendono la situazione insostenibile». Esortando la «Ue a trovare una soluzione» mentre «noi dobbiamo investire di più sula Libia per aiutare i libici a creare condizioni più umane». Dichiarazioni a cui Giorgia Meloni ha replicato: «Che la situazione fosse insostenibile era sotto gli occhi di tutti da molto tempo. L’unica soluzione seria rimane una missione navale europea in accordo con le autorità nordafricane per fermare le partenze ed evitare così anche le morti in mare. Fratelli d’Italia lo sostiene da sempre. Nonostante la disinformazione dei grandi media e della sinistra immigrazionista. Le nostre proposte sono sul tavolo: è arrivato il momento di agire». Ebbene, ora sembra che il cerchio cominci a stringersi: la petizione di Fdi per le dimissioni della Lamorgese miete consensi e accumula firme.

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