Migranti, rave, cortei: Lamorgese in tilt. Meloni: la petizione per le sue dimissioni è già a 150.000 firme
Meloni, la petizione per le dimissioni della Lamorgese è arrivata a 150.000 firme
Meloni e la gestione fallimentare della Lamorgese
Tenuta saldamente in piedi all’interno della squadra di governo dal premier Mario Draghi, che le ha dimostrato il proprio sostegno, Luciana Lamorgese ora nel centro del mirino, bersagliata da critiche e polemiche per la discutibilità di molte delle sue ultime scelte, inefficaci quando non proprio contro-producenti. In testa a tutte la sua disastrosa gestione dell’emergenza migratoria. Acclarata dai numeri continuamente rinfocolati dal susseguirsi (compresi gli ultimi giorni) di sbarchi a raffica che hanno mandato definitivamente in tilt il già precario sistema dell’accoglienza. Una politica, quella della Lamorgese, che conferma ad ogni ok all’ingresso in un nostro porto, la convinzione radicata in migranti, ong, scafisti e trafficanti di esseri umani: di trovare sempre un approdo italiano disponibile allo sbarco.
«Con la sua gestione, l’Italia è un porto sicuro per gli immigrati clandestini. Ma un posto insicuro per gli italiani»
E non che sul fronte dell’ordine pubblico le cose vadano meglio. Lì si oscilla dal pugno duro scatenato nei confronti dei cittadini scesi in piazza per manifestare contro il Green Pass. E dagli idranti puntati contro i portuali in protesta. Alla disarmante “inadeguatezza” dimostrata con gli scandalosi casi dei rave party. Comportamenti diametralmente opposti eppure egualmente sbagliati e inefficaci. Un disastro per cui, ancora una volta, Giorgia Meloni torna a sottolineare: «Continuano gli sbarchi sotto gli occhi indifferenti del Ministro dell’Interno. Con la sua gestione, l’Italia è un porto sicuro per gli immigrati clandestini. Ma un posto insicuro per gli italiani. Sostieni la nostra mozione di sfiducia (www.sfiduciamolamorgese.it).