Minori, dalle sfide pericolose all’effetto Squid game: arriva la stretta contro i video violenti sui social
Avvertimenti sui contenuti, fasce orarie protette e maggiori controlli sull’età degli iscritti. Arriva la stretta sui social, chiamati al rispetto di regole e misure per evitare di esporre i minori a messaggi e video, che potenzialmente ne mettono a rischio la salute mentale e fisica o che incitano all’odio. Tutti saranno coinvolti, da Tik Tok, ormai grande imputato per quelle “sfide” che hanno portato anche alla morte di alcuni bambini, a Youtube, da Instagram a Twitch, da Dailymotion a Facebook. Ricomprese anche le piattaforme on-demand che, come dimostra il caso di Squid game su Netflix, a loro volta non sono esenti da rischi per i più piccoli.
La stretta contro i video violenti sui social
A riferire della novità è Il Messaggero di oggi, che spiega come il 4 novembre il governo, su delega del Parlamento, abbia approvato il decreto che adegua il Testo unico dei servizi di media audovisivi e radiofonici, la cosiddetta legge Gasparri, alle piattaforme digitali. Il decreto, non senza un certo ritardo, recepisce la direttiva Ue del 2018 sulla materia e, in buona parte, estende ai social norme già esistenti per i media tradizionali. I controlli spetteranno all’Agcom, che avrà poteri di piena vigilanza. La firma del Capo dello Stato c’è già. Ora si attende solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Le misure contro contenuti di «potenziale nocività»
«L’obiettivo è di creare e garantire il corretto funzionamento di un mercato unico europeo per i servizi di media audiovisivi, contribuendo allo stesso tempo alla promozione della diversità culturale e fornendo un livello adeguato di protezione dei consumatori e dei minori», si legge in un passaggio della relazione tecnica riportato dal Messaggero. Le istituzioni italiane, dunque, come gli altri Stati membri cui si rivolge la direttiva Ue, avranno il compito di adottare tutte le misure necessarie per tutelare i minori e metterli al riparo all’esposizione a contenuti pericolosi sui social, a partire dai video. Fra queste vi sono la scelta dell’ora di trasmissione, gli strumenti di verifica dell’età degli utenti, finora uno dei tasti dolenti della questione social, e l’adozione di accorgimenti tecnici utili all’obiettivo. Le misure, si legge ancora nel testo, «devono essere proporzionate alla potenziale nocività del programma».