Moderna chiede il via libera all’Ema per il vaccino dai 6 anni. Vaia: «Per i bambini sani non serve»
Moderna ha presentato oggi all’Ema la richiesta per l’autorizzazione del suo vaccino anti-Covid per i bambini. La fascia d’età indicata è 6-11 anni, quindi un anno in meno rispetto a Pfizer che procede per la fascia dai 5 anni in su. La valutazione è per un regime di 2 dosi da 50 microgrammi, metà rispetto al dosaggio destinato alle fasce d’età successive, somministrate a distanza di 28 giorni.
Moderna chiede il via libera all’Ema per il vaccino ai bambini
«Siamo lieti di annunciare la presentazione di questa variazione all’Ema per l’uso del nostro vaccino Covid nei bambini di età compresa tra 6 e 11 anni nell’Unione Europea. Questo segna la nostra prima richiesta per l’uso del vaccino in questa fascia d’età», ha detto Stéphane Bancel, Ceo di Moderna. «Siamo incoraggiati dal fatto – ha aggiunto – che il vaccino Moderna al livello di dose di 50 µg abbia aiutato a prevenire l’infezione da Sars-CoV-2 nei bambini. Abbiamo in programma di inviare questi dati ad altre agenzie di regolamentazione in tutto il mondo per proteggere questa importante popolazione più giovane».
Lo studio dell’azienda sui piccoli tra 6 mesi e 12 anni
Lo studio di fase 2 “KidCove” sull’mRna-1273 è in corso nella popolazione pediatrica di età compresa tra 6 mesi e meno di 12 anni. La popolazione in studio è suddivisa in 3 gruppi di età (da 6 a meno di 12 anni, da 2 a meno di 6 anni e da 6 mesi a meno di 2 anni). Moderna ha recentemente condiviso nuovi dati per la fascia 6-11 anni. L’azienda ha riferito di aver osservato un’efficacia del vaccino del 100% (utilizzando la definizione del caso primario P301 per Covid-19), 2 settimane dopo la prima dose di mRna-1273. Moderna ha spiegato che per l’infezione asintomatica l’efficacia del vaccino 2 settimane dopo la prima dose era del 65%, per l’infezione da Sars-CoV-2 indipendentemente dai sintomi è stata dell’80%. Le due dosi da 50 µg, ha fatto sapere l’azienda, sono risultate generalmente ben tollerate.
Il dibattito sul vaccino ai bambini
Sulla opportunità di somministrare il vaccino ai bambini sotto i 12 anni la comunità scientifica resta però divisa, con molte e autorevoli voci che invitano alla più assoluta cautela. «Si dice che i piccoli si contagiano e contagiano anche gli altri, ma analizzando i dati non si può dire che al momento la loro incidenza sul propagarsi del virus sia forte», ha avvertito il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, intervistato da Libero.
Vaia: «Non vedo la necessità di vaccinare i bambini sani»
«Il punto è sempre il calcolo tra rischi e benefici», ha proseguito Vaia, sottolineando che «se un bambino ha già di suo delle altre patologie gravi, conviene vaccinarlo, per proteggerlo da un virus che, associato ad altre malattie, può rivelarsi grave». «Se invece è sano, non vedo necessità di vaccinarlo. Almeno data la situazione odierna, poi le cose possono sempre cambiare». E sull’opportunità di vaccinare i bambini per proteggere gli anziani? «La solidarietà sociale da chi ha meno di dodici anni rasenta l’ideologia e il fanatismo. Il vaccino – ha concluso Vaia – non va fatto ai bambini per impedirgli di contagiare gli adulti, ma solo se sono fragili di loro».