Morto un ddl Zan, se ne fa un altro. Pioggia di soldi in favore delle associazioni gay
Sapete quanti sono i casi di discriminazione ai danni di appartenenti alla comunità Lgbtq+ registrati annualmente dall’Oscad, l’Osservatorio istituito presso il ministero dell’Interno? Non più di 26, poco più di due al mese. Era questa l’«emergenza» che il ddl Zan si prefiggeva di combattere. I numeri dicono che è quasi inesistente, eppur tuttavia salatissima per il contribuente. Già, sapete quanto costa un solo reato d’odio alla comunità italiana? Ben 150mila euro. Non stiamo dando i numeri, ma semplicemente dividendo la montagna di euro – quattro milioni – generosamente destinati dal Dipartimento Unar (discriminazioni razziali) di Palazzo Chigi ad una miriade di sigle gay-friendly.
Quattro milioni per un’emergenza che non c’è
L’elenco pubblicato da Libero cita il Gay help line (180mila euro), Spazio aperto servizi coop (168.073), il Movimento omosessuale sardo (100mila), Quore aps (180mila), Caleidos cooperative sociali (180mila), Arcigay (100mila), Onlus I Ken (180mila) e il Circolo Mieli (100mila). Tra gli obiettivi legati ai finanziamenti anche quello di offrire «servizi di alloggio alle persone vittime di discriminazione legata a orientamento sessuale e identità di genere». E qui torniamo all’emergenza che non c’è. Il che autorizza a pensare che “morto un (ddl) Zan, se ne fa un altro” e impiparsene delle decisioni del Parlamento. Ma significa anche distorcere la missione dell’Unar, dipartimento sorto per combattere la discriminazione razziale e ora bancomat per le associazioni gay.
Schiaffo al Parlamento che ha bocciato il ddl Zan
Sgrammaticature intollerabili, e tuttavia utili ad illuminare le reali finalità della giornata contro l’omotransfobia prevista dall’articolo 8 del mai approvato ddl Zan. Era la polpa del provvedimento. Il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado significava infatti progetti didattici ad hoc, campagne di sensibilizzazione, consulenze di esperti e soldi, soldi e ancora soldi. Con tali premesse, risulta persino scontata la levata di scudi dell’associazione Pro Vita contro la pioggia di denaro lasciata cadere dall’Unar. Tutto questo, per la cronaca, mentre nella legge di bilancio il Parlamento fatica a trovare le risorse per il sostegno alle famiglie italiane, queste sì veramente discriminate.