Mughini: quote rosa per il Quirinale? Quando sento queste cose mi sento male. E intanto Rosy Bindi…
Una donna al Quirinale. Il mantra è tornato in grande stile sui quotidiani e nei talk show. Si fanno anche i nomi: da Marta Cartabia a Paola Severino. Se ne è parlato ieri sera a Controcorrente su Rete4 e proprio in quella sede Giampiero Mughini è sbottato contro la retorica di genere.
“Ma insomma – ha detto – bisogna scegliere una donna perché è obbligatorio o dobbiamo scegliere una personalità autorevole che sia uomo o donna?”. La conduttrice, Veronica Gentili, si è a quel punto trincerata dietro le quote rosa e Mughini teatralmente, portandosi la mano sul cuore, ha risposto: “No, non parlare di queste cose che mi sento male”. Bisogna intendersi allora: applicare il “metodo Letta” che ha voluto una donna in quanto donna a capo dei gruppi parlamentari o far prevalere il merito? Immaginiamo che agli italiani tutti interessi la seconda: cioè avere un presidente della Repubblica autorevole e con grande senso delle istituzioni.
Tuttavia, anche il ritornello sulla donna da eleggere Capo dello Stato fa parte del “romanzo Quirinale”. Come l’intervista di oggi alla Stampa di Rosy Bindi. La quale si compiace del fatto che anche il suo cognome sia comparso nel totonomi per la volata al Colle. “Devo dire che me lo sto gustando, siccome so che non accadrà, non sono neanche accompagnata dalla preoccupazione e dai polsi che tremano solo all’idea di dover ricoprire una responsabilità così alta”.
Sarebbe l’ora di eleggere una donna? Figuriamoci se Bindi non è d’accordo. “Questo lo ripeto da anni fino alla noia. E trovo siano un’anomalia gli appelli in tal senso, dovrebbe essere normale prendere in considerazione questa ipotesi”. Fa bene Mattarella a dire no al bis? “Vero che il secondo mandato non è escluso, ma tutto indica che la fisiologia stia nel farne uno solo”.
Infine, sul campo largo che vuole costruire Letta contro la destra, Bindi dice di approvare il progetto. “Sì, ma se si fa un’operazione politica e non elettorale”. E Letta sta operando bene in questo percorso? “Mi pare di sì. E dopo di me, credo sia il migliore conoscitore di Renzi. Rivendico il copyright per essere quella che non ha avuto nessun cedimento nei confronti del renzismo, ci sono incompatibilità politiche e culturali”.