Nel Lazio torna l’incubo mascherine all’aperto: Aprilia fa da apripista e D’Amato le sponsorizza

16 Nov 2021 10:26 - di Eleonora Guerra
mascherine aperto

La loro ricomparsa stanno per farla ad Aprilia, dove il sindaco ha annunciato ieri un’imminente ordinanza per reintrodurre l’obbligo delle mascherine all’aperto dopo il picco di contagi che ha investito la città. Il tema, però, travalica il livello strettamente locale e dell’opportunità di tornare alla misura parla oggi anche l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Nel governo c’è chi frena, come il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, mentre di «fuga in avanti» parla il virologo Matteo Bassetti. Ma è evidente ormai che anche questa questione è di nuovo sul tavolo.

Il caso Aprilia e il ritorno delle mascherine all’aperto

Ad Aprila, città di oltre 75mila abitanti in provincia di Latina e a un’ora di macchina di Roma, in meno di due settimane, a ieri si contavano oltre 400 contagi. Una situazione di grave allarme che ha portato il sindaco, Antonio Terra, a disporre la reintroduzione delle mascherine all’aperto per una settimana. Si tratta di una prima misura di contenimento, ma non se ne escludono altre e Comune, Asl e Prefettura restano in costante contatto per monitorare ciò che accade. Per il picco di contagi si parla di “effetto Halloween” e si ragiona anche sull’ipotesi di un mini lockdown.

D’Amato le invoca «a prescindere dal colore della Regione»

Il caso Aprilia allarma anche la Regione. «Ci stanno arrivando dei segnali che non ci piacciono. Vediamo troppi casi, anche gravi, tra chi è stato vaccinato sei mesi fa. Bisogna cambiare strategia contro il Covid, imitare il Regno Unito e offrire la terza dose prima, a cinque mesi dalla seconda», ha detto in un’intervista a Il Messaggero, l’assessore alla Salute, dice Alessio D’Amato, secondo il quale «serve più coraggio». D’Amato, oltre alla sollecitazione sulle terze dosi, ha quindi indicato la reintroduzione delle mascherine all’aperto come misura «importante, a prescindere dal colore di una determinata regione». A questo aggiungerebbe anche «la quarantena a chi arriva da Paesi, pure della Ue, con un’alta circolazione del virus» e «lockdown dei non vaccinati», piuttosto che «tornare a chiudere in maniera generalizzata».

Costa: «L’ipotesi non è ancora sul tavolo del ministero»

Secondo quanto riferito dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, però, la possibilità di un ritorno all’obbligo della mascherina all’aperto, come accaduto nel ad Aprilia, non è «ancora sul tavolo» del ministero. «Valuteremo nelle prossime settimane. Se ci sarà bisogno di restrizioni ci prenderemo la responsabilità, ma a oggi non è il tema», ha precisato il sottosegretario, ospite di Radio Anch’io.

Bassetti: «Sulle mascherine all’aperto fughe in avanti»

E di «fughe in avanti», che «fanno un po’ paura», ha parlato Matteo Bassetti ad Agorà, su Rai3. Il direttore di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova si è detto «francamente perplesso del fatto che in un Comune si possa decidere di mettere la mascherina all’aperto, dopo che è stato ampiamente dimostrato che indossarla in assenza di assembramenti ha un significato del tutto limitato». «Il ripristino in un Comune singolo della mascherina all’aperto, basandolo unicamente sull’indice Rt», non trova d’accordo l’infettivologo. «Non commettiamo errori che abbiamo già commesso. Bisogna che guardiamo non tanto l’indice Rt, quanto gli ospedali, se sono pieni, se sono vuoti. Se ci basiamo unicamente sull’Rt – ha avvertito Bassetti – facciamo un gran papocchio».

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