Nomine Rai, è scontro tra i partiti: Maggioni al Tg1, grillini umiliati. Decide tutto Draghi
Si sbloccano le nomine Rai in un clima rovente tra i partiti. Maggioni al Tg1, Sala al Tg3, Sangiuliano confermato alla direzione del Tg2. I curricula dei direttori proposti dall’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, a quanto apprende l’Adnkronos, sarebbero arrivati sul tavolo dei consiglieri d’amministrazione di Viale Mazzini: per il Tg1 la proposta sarebbe quella di Monica Maggioni, per il Tg3 di Simona Sala (attuale direttrice Radio 1 e Gr Radio Rai), con Mario Orfeo verso la direzione di Approfondimento; e per il Tg2 resterebbe confermato Gennaro Sangiuliano.
Nomine Rai: M5S “bastonato”, perde il Tg1
Ai consiglieri, in vista del Consiglio di amministrazione in programma domani, giovedì 18 novembre, l’ad avrebbe proposto anche Giuseppe Carboni, attuale direttore del Tg1 al posto di Sala alla Gr Radio e Radio Uno. Uno smacco per il M5S. La situazione si sarebbe sbloccata in extremis, dopo un duro scontro tra le forze di maggioranza e proprio nel momento in cui si ipotizzava uno slittamento del CdA. Confermati, invece, alla Tgr Alessandro Casarin, mentre a Raisport l’indicazione dell’ad è Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli. Le nomine sono giunte dopo un estenuante tira e molla tra i partiti. L’attuale direttore di Rainews24, Andrea Vianello, sarebbe stato proposto come nuovo Direttore del Giornale Radio Rai e di Radio1, al posto, dunque, di Simona Sala. Al posto di Vianello andrebbe Petrecca.
Quella polemica dei grillini contro la Maggioni che li ha spodestati dal Tg1
Le maggiori tensioni e malumori – stando a quanto trapela dai piani alti di viale Mazzini e da fonti di governo – sono state registrate nel M5s. L’avvicendamento di Giuseppe Carboni, in quota grillina al Tg 1, è una sconfitta per i grillini. Che hanno una vecchia ruggine con la Maggioni, accusata nel 2017 di aver fatto pagare alla Rai le spese dei viaggi per la presentazione del suo libro. Il Pd fa la parte del leone come sempre: i dem vanno verso la conferma anche di RaiFiction e RaiCinema, da sempre reti “di proprietà” della sinistra. La Rai, insomma, si trasforma in TelePd, commenta Libero le nuove nomine. Anche se Dagospia la vede diversamente. Anche il Pd- scrive il sito di Roberto D’Agostino- avrebbe “ingoiato” le nomine partite esclusivamente dal premier Draghi.
Nomine Rai, Usigrai: “Se fossero vere sarebbe agghiacciante”
Tanto che il sindacato interno è avvelenato alla lettura di queste indiscrezioni: “Le ricostruzioni di queste ore sulle nomine Rai descrivono un quadro agghiacciante”, tuona l’esecutivo Usigrai. “Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi. L’era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il Cda a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi”.