Nuova bufera su Zerocalcare: spuntano le bandiere dei terroristi rossi del Pkk nella serie di Netflix
Dopo le critiche per il dialetto romano, per alcuni utenti, soprattutto settentrionali, incomprensibile senza sottotitoli, le polemiche su Zerocalcare e la sua prima serie animata realizzata per Netflix, ‘Strappare lungo i bordi‘, varcano i confini nazionali. In Turchia, infatti, alcuni organi di stampa filogovernativi gridano allo scandalo per la presenza di bandiere del Pkk appese nella stanza del protagonista della serie, Zero, e considerata dalla Turchia il vessillo di un’organizzazione terroristica di sinistra, quella guidata dal famigerato Ocalan.
Zerocalcare e il Pkk coccolato dalla sinistra italiana
Abdullah Ocalan arrivò in Italia il 12 novembre 1998. All’epoca in Italia il governo era guidato da Massimo D’Alema, che si era insediato circa un mese prima, dopo la caduta del governo di Romano Prodi. Fu accompagnato da Ramon Mantovani, all’epoca deputato di Rifondazione Comunista e responsabile Esteri del partito, sperando di ottenere in qualche giorno l’asilo politico. Il governo però non glielo concesse anche per le pressioni ricevute dall’estero, in particolare da Turchia e Stati Uniti, e per non correre il rischio che le aziende italiane venissero boicottate dal governo turco. Il governo D’Alema rischiò di cadere per quello…
La serie tv di Netflix al centro delle polemiche
Ma le polemiche in realtà sono lo specchio di un successo inedito per un prodotto d’animazione italiano, con l’hashtag #strapparelungoibordi da giorni in testa alle tendenze social e la serie che è risultata in più momenti il prodotto Netflix più visto in Italia. Tanto che Netflix Italia ha voluto cavalcare la popolarità del fumettista affidando a Zerocalcare la gestione del profilo italiano della piattaforma. “Ciao – ha informato stamattina Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech – qui Zerocalcare. Siccome si sta parlando un sacco di #StrappareLungoIBordi (oh, grazie!) non si è reso necessario scrocchiare la pillola di cianuro che tengo nel molare cavo. Anzi, Netflix mi ha detto ‘Famo che per 12 ore usi tu i nostri social e ci fai quello che te pare'”, ha scritto il fumettista.
“Posto che ovviamente No, non posso fare tutto quello che mi pare (non me chiedete de fa’ gli auguri a zia o promuove vendette private, non me lo fanno fa’) – ha aggiunto – ho pensato che magari poteva avere senso segnalare un po’ di cose che mi sono piaciute e che magari qualcuno non ha visto”. Poi la postilla, tra parentesi: “(Se non me reggete più, pensate che sono gli ultimi colpi di coda di questo gigantesco mosasauro che è la promozione di ‘sta serie, poi passa)”. Chissà che ne pensano i turchi…