Pensioni, i sindacati preparano il conto a Draghi. Landini: «La “Fornero” è ingiusta, va cambiata»
Il ferro delle pensioni è ancora caldo. E per i sindacati va battuto ora. Il prossimo incontro con Draghi lo avranno martedì. «Chiederemo al governo di avviare un confronto sulla legge di Bilancio sia per apportare miglioramenti sia per avviare seriamente un processo di riforme di cui il Paese ha bisogno», ha annunciato Maurizio Landini dalla manifestazione degli edili in corso a Roma. «Abbiamo bisogno di di una vera riforma delle pensioni – ha aggiunto -. Ci aspettiamo una risposta precisa». Ci sarà spazio anche per parlare di riforma fiscale. Soprattutto, sottolinea Landini, «delle risorse stanziate per ridurre la tassazione sui lavoratori e sui pensionati; di parlare di lavoro e superare la precarietà».
Martedì confronto a Palazzo Chigi
Il tasto dolente resta l’eta pensionabile. «Non possiamo continuare ad avere un sistema che ha regole uguali per tutti quando l’aspettativa di vita è diversa a seconda del lavoro – ha argomentato Landini -. Bisogna riconoscere questa differenza e mandare in pensione prima chi fa lavori più gravosi e pesanti». Per poi aggiungere: «Non possiamo continuare ad avere un sistema pensionistico che ha portato l’età di uscita a 67 anni. Bisogna introdurre una flessibilità da 62 anni». Sulle sue stesse posizioni il leader della Cisl Luigi Sbarra, che ha salutato positivamente il confronto di martedì: «È un segnale che abbiamo apprezzato».
La Cisl: «Le pensioni sono un tema di sostenibilità sociale»
Il suo obiettivo è «un cambiamento vero della riforma Fornero» attraverso la realizzazione di «un sistema equo, sostenibile, flessibile». Anche per il leader della Cisl lo snodo fondamentale è il superamento della legge Fornero. Le strade sono essenzialmente due: estensione del novero dei «lavori gravosi e usuranti» e, collegate a questa, «misure di flessibilità in uscita a partire da 62 anni». Non è tutto, perché al tavolo di martedì prossimo, il sindacato porterà anche altre «priorità». Come la «pensione di garanzia per giovani e donne» o l’«intervento strutturale sull’Ape sociale», passando per l’incentivazione dell’adesione alla «previdenza complementare» e «l’allargamento del perimetro» della 14esima mensilità. «Le pensioni – ha concluso Sbarra – non possono essere considerate solo un costo economico. C’è anche un tema di sostenibilità sociale».